Molte incognite per un'unica costante - Cesco x Nico, VM18, accenni di bondage, non-con

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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 02:12




Non mi perdo in inutili chiacchiere, se poi qualcuno ha delle domande sul capitolo sono qui.

3.1 - VIOLENT

-No, dico sul serio, quella là è psicotica! Mandarci fuori solo perché le abbiamo detto che ti ho aiutato a fare i compiti!- Già, ha proprio ragione. Ridacchi, facendo di sì con la testa, per fargli capire che concordi. Come ha detto, siete stati buttati fuori dall’aula e ora siete in corridoio a sparlarle dietro.
In un momento di silenzio chiudi gli occhi, appoggiando la testa al muro per riposarti un po’. Sei stanchissimo, quella notte hai fatto le ore piccole giocando alla playstation.
Stai così per un bel po’ e, quando ti senti abbastanza riposato da poter resistere alle ore di scuola, riapri gli occhi, trovando il tuo compagno di classe con il naso a pochi centimetri dal tuo. Quando vede i tuoi occhi ambrati riaperti fa un piccolo sobbalzo, ma non si sposta, anzi, resta lì a fissarti sempre più intensamente, con quelle iridi grigie e penetranti davanti ai quali ti trovi sempre disarmato e che spesso, per qualche frazione di secondo, cadono sulle tue labbra appena schiuse, per tornare immediatamente nell’ambra delle tue iridi.
Poi, lentamente, inizia ad avvicinarsi piegando leggermente la testa di lato, fermandosi di nuovo ad un centimetro dalle tue labbra. –Fra..Francesco- provi a chiamarlo, sperando di farlo tornare in se, ma l’unica cosa che ricevi è un soffio caldo sulle labbra, accompagnato da un leggerissimo gemito provocato dal sentirti pronunciare il suo nome in una situazione del genere e subito dopo ti bacia, bloccandoti, nello stesso tempo, i polsi al muro.
Cerchi di liberarti inutilmente, è sempre stato più forte di te, o meglio, sei tu ad essere sempre stato più mingherlino del normale.
Quel bacio non ti piace per niente, è il tuo primo bacio e non ci tieni proprio a darlo ad un ragazzo. Giri la testa per sfuggire a quel contatto, ma quel tuo gesto lo innervosisce e basta perché ti porta le braccia sopra la testa in modo da poterti tenere i polsi con solo una mano, mentre l’altra va a serrarsi prepotentemente sulla tua mascella e ti gira la testa contro la tua volontà costringendoti ad accettare il bacio, che ricomincia furioso.
Dopo pochissimo schiude le labbra, chiudendo contemporaneamente gli occhi per abbandonarsi di più a quel bacio, e inizia a premere con la lingua per farti fare lo stesso, aiutandosi anche spingendo le dita sulle guance.
La saliva e la lingua, non tue, che ti bagnano le labbra ti danno fastidio e le mani serrate sui polsi e il mento ti fanno male. Serri forte gli occhi per bloccare le lacrime di disperazione che stanno spingendo per uscire. Per zittire un singhiozzo sei costretto a schiudere quasi impercettibilmente le labbra e per un momento speri che non se ne sia accorto, ma è una vana speranza perché, fulmineo, ti infila la lingua in bocca e inizia a muoverla freneticamente, assaporando ogni parte della tua cavità. A quel punto le lacrime iniziano a scenderti copiose, perché sta accadendo a te? Che hai fatto di male per ricevere quel trattamento?
Inaspettatamente infila una sua gamba tra le tue facendo attenzione a fare attrito col tuo cavallo e senti quello che hai risvegliato nei suoi pantaloni premere contro il tuo corpo. A quel contatto spalanchi gli occhi, trovando i suoi beatamente chiusi in un’espressione rilassata, mentre la tua è di puro terrore! Con una forza che non sai da dove prendi riesci a liberarti i polsi e a spingere via il tuo compagno, che inizia a guardarti, ad un paio di passi da te, con un ghigno. Lo fissi a lungo infuriato, con le lacrime che continuano a sgorgare copiose, lui ricambia lo sguardo con un’espressione odiosamente provocante.
Dopo un’eternità sentite una voce da dentro l’aula che vi chiama e il tuo migliore amico si sporge dalla porta –La prof ha detto che… Nico, che è successo?!- -G-Giò…- ti giri verso di lui, che vedendo il tuo volto rigate dalle lacrime, si preoccupa e ti viene incontro, passando uno sguardo interrogativo da te a Francesco, che non gli è mai stato molto simpatico.
Ti poggia una mano sulla spalla, ma sussulti e ti scosti dal suo tocco, è una cosa esagerata essere così traumatizzati, e lo sai, ma non riesci a farne a meno, hai paura di ogni contatto fisico. Corri in bagno. Francesco fa per seguirti, ma viene bloccato da Gioele, che lo invita ad entrare in classe, per poi avvertire la prof che stai male e cha va ad aiutarti.
Ti trova con la schiena contro il muro, la testa sepolta tra le ginocchia, che singhiozzi. Si avvicina, accucciandosi per essere alla tua stessa altezza e fa per accarezzarti i capelli, ma si blocca a metà strada, ricordando l’espressione spaurita che gli hai rivolto poco prima quando ti ha toccato. –Nicola…- ti chiama, cercando di attirare la tua attenzione -…Eh?…- fai flebilmente, tra un singhiozzo e l’altro –Dimmi che è successo…- il tono è premuroso e rassicurante, ma questo non basta per calmarti e continui a singhiozzare sempre più spesso –…oi erava… moh fuori e avvicinah … bocca… lingua… ginocchi-o- le parole sono confuse, ma riesce a capire comunque. Resta in silenzio per qualche minuto, –Stai attento, Mattia mi ha detto che lavora come putt… ehm, come “host” in uno dei locali che frequenta, non voglio che ti metta nei guai … … Torniamo in classe?-. Annuisci e poi aggiungi un “Aspetta ancora un po’”, o almeno è quello che hai cercato di dire tra il pianto. Dopo ancora qualche minuto di silenzio ti asciughi gli occhi, che restano comunque gonfi e rossi, fai un profondo respiro e poi ti alzi, pronto per andare in classe.
Ti senti il suo sguardo addosso per tutte le ore a seguire e la cosa ti mette non poco a disagio, senti come se le sue mani scorressero sul tuo corpo, come se esplorassero ogni tua parte… quando senti suonare la campanella della fine delle lezioni ti senti sollevato e scappi verso casa il più velocemente possibile, anche se avresti avuto il laboratorio, che frequenta anche lui, e saresti dovuto restare fino alle due.
Inizi ad evitarlo, non stando mai da solo con lui e seguendo sempre Gioele, ma i suoi occhi ti fissano sempre languidi, scorrendo sul tuo corpo. Prima d’ora non ti eri mai accorto di quello sguardo così insistente. Riacquisti piano piano la fiducia nelle persone e non ti ritrai più al loro tocco. A una settimana dal bacio sei costretto a restare a scuola per il laboratorio che hai già saltato la volta prima e avverti il tuo amico che può andare tranquillamente avanti. –Sei sicuro?- ti fa preoccupato e gli rispondi con un sorriso: -Stai tranquillo, non mi succederà niente, ti prometto che non starò mai da solo- non sembra molto convinto, ma accetta di lasciarti lì e si allontana. Fai un pesante sospiro prima di uscire dall’aula e dirigerti verso quella del laboratorio. Il corridoio è completamente vuoto, devi essere proprio in ritardo… eppure non ti sembrava fosse così tardi. Acceleri il passo e arrivi nella classe il più presto che riesci, ma quando apri la porta resti allibito sull’uscio: la classe è completamente vuota, ci sono solo i banchi e le sedie. Ti viene il dubbio di aver sbagliato giorno o aula.
–Ops, mi sono scordato di avvertirti che il laboratorio non c’è oggi…- a sentire quella voce con un che di maligno ti viene il panico, fai per girarti, sperando di sbagliarti su chi sia il proprietario, ma non fai in tempo perché ti spinge violentemente all’interno facendoti piegare sulla cattedra in modo da metterti a novanta gradi. –Oggi sono preparato meglio…- senti un rumore metallico, ma non capisci cos’è finchè non ti lega i polsi alle zampe del tavolo. Cerchi di tirare le due paia di manette, sperando che si aprano, ma è inutile –Le ho collaudate, sai, non credo riuscirai a liberarti.- . Non vuoi arrenderti e continui a tirare, in fondo sei già riuscito a scappargli una volta… senza aggiungere altro inizia a slacciarti i pantaloni. –Non aspettarti che ti tratti con i guanti come l’altra volta. Oggi non avrai nemmeno il tempo di respirare, vedrai come non riuscirai più a sederti…ma tutto sommato avrai una piacevole esperienza, gratis per di più! Non sai quanto sono disposti a pagare i miei clienti!- -Che onore.- pensi con disprezzo. Ti cala anche le mutande assieme ai pantaloni e senza aspettare nemmeno un istante ti allarga le gambe con le sue e infila un dito dentro. Urli dal dolore e, involontariamente, il tuo membro si irrigidisce sempre di più mentre Francesco(Ok, non ditemi che non avevate capito che era lui! ND Yoru)muove il dito dentro di te. –Ancora un dito ed entro, non voglio allargarti troppo, preferisco quando è stretto.- e infila il secondo dito, senza smettere di entrare ed uscire ripetutamente e sempre più veloce. Nella stanza si sentono solo i tuoi gemiti e il rumore di risucchio che viene dall’altra tua estremità. La tua erezione è ormai gonfia come l’hai sentita poche volte, ha iniziato a lubrificarsi, e, anche se lo vuoi perché tutto finirebbe prima, non riesci a liberarti e a venire, non con quel trattamento. All’improvviso il tuo compagno toglie le dita, sostituendole con il suo membro completamente eretto, infilandolo per i primi centimetri e te ne accorgi solo quando un dolore lancinante ti passa attraverso tutto il corpo, liberandosi dalla tua bocca con urli corti e ripetuti, perché ti manca il fiato proprio come aveva detto lui: “Non avrai nemmeno il tempo di respirare”. Altro centimetro, altro urlo; continua così fino a che non entra del tutto e senti il suo bacino sui tuoi glutei. –As…aspetta per fav…o…re!- riesci a biascicare a fatica e, sicuramente per farti soffrire, si ritira un po’ per affondare di nuovo bruscamente, godendoci a percepire il tuo dolore. Gira un po’ il bacino per sistemarsi meglio e un’inaspettata ondata di piacere ti invade, facendoti vedere bianco. Inizi a girare anche tu il bacino in cerca di quel contatto. –Oh, ti è piaciuto…- ripete l’operazione di prima e senti di nuovo quel piacere inondante –Uhm, ho trovato il tuo punto sensibile, bene a sapersi.- . Inizia a muoversi su e giù tormentando in continuazione quel punto che ti fa andare letteralmente fuori di testa e non duri ancora a lungo. Raggiungi violentemente l’orgasmo, trattenendo il respiro. Senti tutti i tuo muscoli contrarsi e poi ti abbandoni, senza forze, sulla superficie liscia della cattedra. Francesco, intanto, continua ad entrare ed uscire sempre con più foga fino a venirti dentro ed accasciarsi sopra di te.
Dopo un po’ si riprende ed esce dal tuo corpo rimettendosi in ordine. Senti un liquido scorrere lentamente dalla tua apertura per le tue gambe, chiedendoti cosa sia. Ora che sei più cosciente di te percepisci l’insopportabile bruciore che avvolge quella parte. –Per oggi basta così, in fondo è la tua prima volta e poi non vorrei che ti stancassi troppo.- finita la frase ti slega i polsi e ti aiuta ad alzarti. Si è formato un segno rosso dove le manette ti hanno stretto… e anche dei tagli, più presenti dove non porti il polsino. Lui sta pulendo con dei fazzoletti le macchie bianche sulla scrivania e per terra e pensi che sia meglio che anche tu ti rimetta in ordine. Ti abbassi per rivestirti, ad ogni movimento una scossa di dolore ti attraversa il corpo e qualcosa di quasi liquido esce a intermittenza, stupendoti di riuscire a stare in piedi, appena afferri le mutande ti blocchi. Ti senti quasi svenire, non può essere vero! Tocchi il liquido sulle gambe, sperando di sbagliarti, di avere un’allucinazione, ma quando tocchi la sostanza viscida sai che non è così –S… sangue!-. Ti prende il panico e ti blocchi, ti ha sempre fatto molta impressione il sangue e il pensare da dove viene non ti aiuta di certo! Mentre sei lì immobile senti qualcosa che sfrega sulle tue cosce. Ti giri di scatto, alzandoti, spaventato e vedi Francesco, con un fazzoletto in mano, che si stava curando di ripulirti gentilmente… sembrava una persona completamente diversa da quella sadica di poco prima. Ti abbandoni a quella gentilezza, anche perché non avresti il coraggio di farlo tu, poi ti passa il fazzoletto da dove sta uscendo il sangue, un brivido di paura ti attraversa la schiena, ma non ti ritrai. Senti che prende un altro fazzoletto che appallottola, ti allarga le natiche e lo mette lì in mezzo spingendolo leggermente all’interno. –Potrebbe ancora sanguinare, quindi è meglio che lo tieni là, almeno finchè non torni a casa, o tua madre penserà che hai le mestruazioni… Stringi.- fai come ti dice, mentre si abbassa, alzandoti boxer e pantaloni. Sei come una bambola tra le sue mani, che fissi riallacciarti la cintura che avevano slacciato poco prima, con il suo respiro che ti solletica il collo facendoti venire la pelle d’oca. Finito di rivestirti ti abbraccia da dietro –Non sai quanta voglia mi fai… alla prossima.- . Lo senti ghignare sull’incavo tra collo e spalla, prima di aprire la bocca e morderti in quel punto. Fatto questo scioglie l’abbraccio e, ricuperata la borsa dei libri, imbocca la porta senza aggiungere nent’altro. Dopo un po’ ti riprendi e sfiori il posto dove ti ha morso con la punta delle dita, prima che ti venga un dubbio. Ti dirigi verso il bagno con lo specchio più vicino e, quando vedi la tua immagine riflessa, noti che c’è un succhiotto molto vistoso sul collo. Cerchi di nasconderlo alla bene e meglio, poi guardi per la prima volta l’ora –Che tardi! mi conviene sbrigarmi!!- e detto questo ti dirigi verso casa tutto dolorante.
Appena arrivi vai in bagno, butti a lavare i vestiti, nel water il fazzoletto insanguinato ed entri nella vasca piena d’acqua sperano che rilassi almeno un po’. Ti abbandoni alle cure dell’acqua calda e i dolori si attenuano, ma dentro ti da fastidio, come se ci fosse ancora qualcosa, ma pensi che sia dovuto al fatto che non ci sei abituato. Mezz’ora dopo, quando esci, ti metti addosso qualcosa di comodo e vai a stenderti a letto, ringraziando che ci sia la casa vuota, dove ti addormenti subito.
Verso le quattro ti svegli, c’è qualcosa che ti infastidisce, ma non te ne rendi conto finchè non superi la sonnolenza: hai qualcosa che sta vibrando e di sicuro non è un cellulare!! E’ qualcosa di molto piccolo, ma messo in modo che non riesci a non reagire –Quando me l’ha messo? Cos’è? E dove cavolo le compra queste robe, non vengono date ai minorenni!!(regali dei clienti, sai com’è… ND Cesco) Come ho fatto a pensare che fosse gentile…- pensi disperato prima di andare, a fatica, a prendere un fazzoletto per non sporcare le lenzuola con il tuo sperma quando saresti venuto masturbandoti. Non è una cosa che fai solitamente, ma a mali estremi, estremi rimedi…
Tornato a letto ti cali i pantaloni e avvolgi i tuo membro, già eretto, nel fazzoletto, per poi iniziare a muovere la mano su e giù. Purtroppo, però, l’orgasmo non ti porta sollievo perché, poco dopo essere venuto, il vibratore ti eccita di nuovo e sei punto e a capo. Provi a toglierlo, non molto felice di infilare le tue stesse dita là dentro, ma è infilato troppo in profondità perché tu riesca a raggiungerlo… L’unica cosa che ti viene in mente è di chiamare Francesco e chiedergli di fare qualcosa e, se possibile, anche di smetterla di torturarti.
-Pronto?- -Spegnilo…- hai il fiatone e parlare non è la cosa più facile da fare in quella situazione, ma ti sforzi il più possibile –Beh, mi dispiace davvero tanto, ma il telecomando si è incastrato e non riesco a spegnerlo.- -Sento…come ti dispiace… ngh…- -Però la tua voce ansimante al telefono è ancora più eccitante…- -Fai…qualcosa…- -L’unica sarebbe toglierlo, ma sai, oggi sono molto impegnato e proprio non ce la faccio. Dovrai resistere fino a domani pomeriggio…- -…Stronzo.- e, detto questo, gli chiudi il telefono in faccia. Torni in camera e non esci per il resto del giorno, avvertendo i tuoi genitori che non mangerai.
-Nicola! Svegliati, devi andare a scuola!- certo, come se fossi riuscito a dormire… tua madre entra in camera per vedere se sei alzato ma ti trova completamente sotto le coperte. –Mamma, non mi sento molto bene, posso stare a casa?- le chiedi con voce flebile, cercando di non farle notare l’erezione che non ti ha più abbandonato –Oh, caro, sei tutto rosso e sudato… non è che hai la febbre? In ogni caso stai pure a casa-. Ti porta il termometro in camera e poi esce per andare a lavoro, lasciandoti nuovamente da solo. Resti a letto per tutto il tempo, non riusciresti comunque a fare nulla. Dopo un po’, però, o per la noia, o per la stanchezza, o per tutte e due, ti addormenti profondamente, anche se il vibratore non si ferma un attimo.
-..co- …-Nico…- una voce ti raggiunge nel sonno. Ancora molto assonnato, riapri gli occhi e vedi una faccia sfocata, con i capelli rossi e arruffati; sbatti le palpebre un paio di volte e riesci a distinguere anche gli occhi acquamarina del tuo amico. –R… Ricky?- sussurri, giusto prima di riprendere controllo di te, risentire la presenza estranea nel tuo corpo e a fare respiri profondi per non rischiare di emettere qualche gemito. –Ehi, come va? Tua madre mi ha detto che non ti sentivi bene così sono venuto a farti visita.- dice con un largo sorriso. Senti il bisogno di liberarti del tuo problema a qualsiasi costo e ti sporgi inconsciamente verso Ricky, che ha un’espressione che definire interrogativa è poco. Quando sei a pochi millimetri dal suo viso ti rendi conto della cazzata che stai per fare e ti lasci cadere sul cuscino. –Come ho potuto anche solo pensare di fargli una cosa del genere?! Quel maledetto vibratore mi sta mandando fuori di testa!!- dici tra te e te. E’ strano che abbia ancora un po’ di lucidità, ma la stai perdendo in fretta. I pantaloni del pigiama ormai sono fradici e appiccicosi, così come le lenzuola e il fatto che il piccolo oggetto ti da una stimolazione continua, ma non abbastanza forte da liberarti, ti fa infuriare da matti. Intanto il tuo amico continua a parlare e ad un certo momento esce, non capisci bene per quale motivo, qualcosa a che fare con la porta e il campanello… tiri un sospiro di sollievo e liberi i gemiti e i mugugni che hai trattenuto, ma quando senti delle voci avvicinarsi ti zittisci un’altra volta. La porta della tua camera si riapre e, come avevi previsto, entra Riccardo, ma quello che non ti aspettavi era di vedere quella chioma corvina e quegli occhi grigi e così penetranti da farti gelare il sangue nelle vene. Alla tua reazione il tuo compagno di classe ghigna in modo spaventoso e, facendo finta di essere il buono come faceva coi professori, dice il motivo(leggere “scusa” o “balla” ND Yoru) di quella visita inaspettata(leggere “ti ho chiesto io di venire ma comunque non ti voglio qua” ND Yoru) –Ti ho portato i compiti e gli appunti, sarebbe venuto Gioele, ma purtroppo sta male anche lui…- ti chiedi, tra la preoccupazione e la rabbia, cosa abbia fatto al tuo migliore amico, ma non puoi dire niente, non davanti a Riccardo… -Riccardo, lui è… Francesco, un mio… compagno di… scuola- ti è difficile parlare, ma ti sforzi a non emettere nemmeno un suono ambiguo e questo sembra far molto piacere all’ultimo arrivato… -E lui è un vecchio amico, i nostri… genitori sono amici, quindi…-. I due si stringono la mano e poi il rosso dice di dover andare, che sua madre lo starà aspettando per pranzare…
-E così siamo rimasti solo io e te… puoi anche smetterla di trattenere i gemiti.- fa Francesco con il ghigno tornato in superficie. Anche se non ti fa piacere perdere il controllo così davanti ad una persona odiosa come quella non puoi fare a meno che rilassare i muscoli e lasciar uscire dalla bocca il piacere che non riesci a liberare. Lui ti guarda con lussuria, passandosi la lingua sulle labbra e poi deglutendo grandi quantità di saliva. –Quanto mi ecciti, in questa situazione in particolare…- -Gi..ahh… Gioele?...- riesci a chiedere, tra un gemito e l’altro. –Non preoccuparti per lui, starà bene.- si avvicina lentamente, sale sul letto al tuo fianco e sposta le coperte, così da poter vedere meglio la tua situazione. Senza dire una parola inizia a spogliarti, ricoprendoti di baci e languide carezze. Quando il tuo membro viene liberato dai vestiti sporchi, che vengono gettati a terra scompostamente, l’aria fresca ti fa gemere leggermente più forte. –Di solito non mi abbasso a fare certe cose, ritieniti fortunato perché il mio fellatio è dei migliori(com’è sofisticato ‘sto ragazzo u.u ND Yoru).-. detto questo si abbassa a poggiarti un delicato bacio sul glande bagnato, poi tira fuori la lingua e la passa sullo stesso punto soffermandosi particolarmente sull’uretra. –Ahh… ngh… uh ah- il piacere ti invade, afferri le lenzuola e le strattoni ogni volta che la sua lingua passa sul membro. All’improvviso te lo prende in bocca e gli vieni immediatamente tra le sue labbra. Ti senti liberato e sei abbandonato sul letto, gli occhi semichiusi e la bocca leggermente aperta. Lui ti si stende accanto iniziando ad accarezzarti i capelli e le guance… in certi momenti è così gentile, mentre a volte…
Non passa ancora molto che il vibratore fa di nuovo effetto e ti ecciti nuovamente –Ti prego…togli ah… toglimelo…- lo supplichi con le lacrime agli occhi. –A che ora tornano i tuoi?- ti fa premurosamente, iniziando ad abbassare la mano che ti accarezzava sfiorandoti appena, gli dici che prima delle quattro non dovrebbe arrivare nessuno. Molto lentamente la sua mano raggiunge il ventre, per girare intorno alla base del tuo membro, percorrere la sagoma dei testicoli e fermarsi sulla tua apertura bagnata e “ansimante”. –Lo vuoi così tanto? Ma guarda che puttana lussuriosa che mi sono trovato…- -Chi…ah… chi è la puttana tra di noi? Ngh…- gi rispondi amaramente, lo senti ridacchiare ma poi infila un dita dentro. _Wow, mi sta proprio risucchiando… vediamo se riesco a raggiungere il mio regalino…- raggiunge il piccolo vibratore, ma è troppo in profondità e l’unica cosa che ottiene è quella di spingerlo ancora più dentro. Ti chiedi se l’abbia fatto apposta…
-Scusa ma se resti in questa posizione non lo raggiungerò nemmeno in un milione di anni.-. Detto questo toglie il dito, ti alza fino a metterti in ginocchio con le gambe larghe e il busto piegato in avanti, ma non troppo per non farti cadere. Infila nuovamente il dito, ‘sta volta accompagnato da un altro e inizia a muoverli dentro. Dopo un po’ riesce a toglierlo e ti senti finalmente libero. –Hai fatto un buon lavoro, amichetto mio, ma ora tocca a me.- dice rivolgendosi al vibratore, che non aveva smesso il suo movimento. In quel momento sei sicuro della sua pazzia(E di quella dell’autrice… ND Nico). –Stai tranquillo, questa volta ho intenzione di farlo più gentilmente.- in risposta riceve dei gemiti e senza tanti complimenti ricomincia ad allargarti con le dita.

Un paio di giorni dopo torni a scuola, avevi continuato per un po’ la storia del malato perché non avevi proprio voglia di rivedere quel… quel… non sai nemmeno come chiamarlo! Ha preso la tua verginità, che avresti preferito tenerti a vita(certo, certo XD ND Yoru), e ha mandato in frantumi il tuo orgoglio!
Lo eviti per tutta la mattina, ma alla fine dell’ultima ora, non sai bene come, ti ritrovi da solo con lui davanti. Gioele ti aspetta al portone per tornare a scuola insieme. Il ghigno sul volto di Francesco non preannuncia nulla di buono.
-Allora, come va? Ti vedo ancora un po’ dolorate, ma non puoi dire che non ti sia piaciuto..- -Lasciami in pace, non abbiamo nulla di cui parlare.- gli giri attorno e ti dirigi verso la porta della classe senza voltarti indietro. –Già, forse hai ragione, ma sarebbe un peccato che la scuola sapesse del tuo piccolo svago… o che il tuo caro amico si facesse seriamente male in un incidente.-
La prima minaccia ti scivola addosso, ma la seconda ti fa bollire il sangue nelle vene, ti giri di scatto e ti lanci verso di lui, che nel frattempo si era girato, prendendo per il colletto della camicia. –Non oseresti.- -Tu credi? Sai benissimo che posso farlo e non mi fermerai certo con la forza.- -Bastardo!- alzi la mano per tirargli un pugno ma poi ti blocchi e fai cadere il braccio lungo i fianchi, seguito immediatamente da quello che gli teneva il colletto. Ha ragione, con la forza non riusciresti mai a rimediare nulla, ti faresti solo male tu.
-Ho capito, cosa devo fare?- -Da oggi in poi sarai mio, voglio che tu smetta di stare con chiunque, parlare con chiunque, sorridere a chiunque tranne me. E quando passiamo del tempo insieme voglio decidere io come usarlo. Questo è tutto.- questo è tutto? Come se quello che ti avesse chiesto fosse la cosa più facile del mondo, invece stava chiedendo di rinunciare a tutto, ma… per il bene di Gioele… non sai se è la cosa giusta da fare, ma… -…tempo.- -Cosa?- ti guarda interrogativa. –Avrò bisogno di tempo… per riuscire a fare quello che mi hai detto.-
Le labbra gli si incurvano in un sorriso beffardo e soddisfatto. –Certo, prenditi il tempo che ti serve, ma voglio risultati. Inizia con l’andare a dire a Gioele che non potrai fare la strada con lui e di andare avanti. Poi aspettami al cancello.-

Aspetto commenti^^

1.2 - Past

-Oggi faremo un cambio di programma…- dici subito appena entra in casa, lui ti guarda stupito, nonostante la richiesta che gli hai fatto quasi due mesi prima e il fatto che ormai abbia un'aria perennemente depressa le sue reazioni sono sempre molto facili da leggere, è rimasto comunque ingenuo mentre ti saresti aspettato che si chiudesse in se stesso e non mostrasse più espressioni… Beh, meglio così. Gli rivolgi uno dei tuoi soliti ghigni.
-Oggi è un giorno speciale, ti porto a mangiare fuori.- avevi già prenotato il posto, era un ristorante carino, non uno di lusso dov'era obbligatorio l'abito da sera, ma nemmeno la prima trattoria trovata. Non hai mai avuto molta voglia di festeggiarlo, ma un compleanno è un compleanno, anche se di una nascita così… squallida!
Ti prepari, mettendoti qualcosa con un minimo di eleganza e poi uscite.
-Sali.- gli ordini, lanciandogli il casco del motorino, avreste anche potuto andare a piedi, ma non sai quando sarai capace di toccarlo quella sera quindi volevi approfittare di ogni possibilità e quella era la prima.
-Dove stiamo andando?- chiese, parlando per la prima volta. A volte le uniche cose che senti sono solo i suoi gemiti e ti viene da pensare che abbia dimenticato come si fa a parlare.
-Tra un po' lo vedi, non è lontano.- Rispondi, godendoti il suo calore sulla schiena. Quando vi fermate e nota che andate verso il ristorante tira un sospiro di sollievo.
-Per un attimo ho creduto che volessi portarmi in qualche love hotel o qualcosa di simile!-(Mi ricorda qualcosa… ND Matt) ridacchi a quella frase, sì sarebbe stato decisamente più da te. Entrati, un cameriere vi accompagna al vostro tavolo. E' accanto ad una finestra, un po' isolato dal resto della sala, molto appartato, l'hai richiesto apposta. Appena restate soli inizia a fere domande.
-Come mai mi hai portato qua? Non solo il tuo ragazzo, dovresti saperlo…- sì, lo sai fin troppo bene, l'hai chiesta tu una storia di sesso, anche se al momento ti fa davvero male, perchè hai capito che non era solo il desiderio a spingerti verso di lui, ma piuttosto che perdere ogni contatto con lui preferisci continuare quella farsa, almeno ci guadagni qualcosa...
-Ho pensato che sarebbe stato carino fare qualcosa di diverso per il mio compleanno e 'sta sera non ne ho proprio voglia.- vedi i suoi occhi spalancarsi nuovamente dallo stupore. –Non sapevo fosse oggi…- fa, come per scusarsi, abbassando lo sguardo. In risposta alzi le spalle, non aveva modo di saperlo.
-Di solito non ne parlo, diciamo che la mia nascita non è stata proprio piena d'amore.- Vedi nei suoi occhi la curiosità, ma anche la paura di chiedere ed essere inopportuno. Lo ringrazi mentalmente per il suo tatto. E' sereno oggi, era da molto tempo che non lo vedevi rilassato, a parte che nei vostri incontri, anche a scuola è diventato taciturno mentre prima era un chiacchierone. Ha smesso di rivolgersi agli altri proprio come gli avevi chiesto ed è sempre con lo sguardo perso nel vuoto. Sta molto male ovviamente...e fa tutto solo per non mettere in pericolo Gioele! Un attacco di rabbia ti fa battere violentemente la mano sul tavolo, se solo lo facesse per te e non per qualcun altro…
-Se vuoi dopo ti racconto la storia.- dici dopo esserti ripreso e lui annuisce lentamente. –Allora, cosa prendi?- e a questa domanda accompagni un luminoso, ma finto, sorriso a cui risponde timidamente, prendendo un menù e iniziando a sfogliarlo.
Il cameriere che prende le vostre ordinazioni non smette di fissarvi, passando lo sguardo dall'uno all'altro, probabilmente pensando che fosse strano vedere due ragazzi della vostra età, due maschi, cenare assieme, ma fai finta di niente e fai la lista dei piatti che avete scelto.
La cena procede tranquilla, vi scambiate qualche battuta, rimanendo comunque in silenzio la maggior parte del tempo. La cosa inizia a farsi complicata per te, ma soprattutto i pantaloni si fanno stretti, quando portano a te il caffè e a lui la banana splint ricoperta di qualsiasi cosa immaginabile. No, il problema non è il dolce, anche se il nome potevano risparmiarselo, nemmeno la faccia entusiasta che ha fatto quando gliel'hanno parata da vanti, no, quelle sono quisquiglie in confronto al modo in cui si mette a mangiare quella bomba calorica! Infilando e sfilando più volte il cucchiaino in bocca lasciandoci sopra sempre meno gelato e rigirandoselo alla fine di ogni cucchiaiata, avvolgendoci la lingua attorno. Non hai mai pensato che qualcosa come l'atto di mangiare fosse così eccitante, ma guardare lui ti ha ricreduto completamente, soprattutto per i mugugni soddisfatti che fa ogni tanto… Però la cosa ti fa venire in mente un bel giochetto che sarebbe bello utilizzare, ora che sai quanto gli piacciono i dolci.
Di testa propria una gamba si sporge, da sotto il tavolo, fino a raggiungere la sua e ti metti ad accarezzargliela col piede. Abituato a quel genere di tue molestie sobbalza solo un attimo ma poi continua come se niente fosse, ma con più circospezione e lanciandoti spesso occhiate decisamente non allegre, forse per una volta sperava di scamparla…
-Tranquillo, questa sera non faremo niente, avevo dei piani e intendo seguirli, ma lasciami divertire almeno un po'.- Continui a torturarti fissandolo mentre mangia, lasciando per ultima la ciliegia che era in cima, che aveva accuratamente conservato. La prende con le dita e la succhia per pulirla dai resti del gelato, non una, ma addirittura tre volte, passando poi insistentemente la lingua su una parte di gelato particolarmente insistente. Cerchi di resistere il più possibile, ma dopo quella scena non credi ci riuscirai senza liberarti o fare almeno qualcosa!
-Seguimi.- Gli ordini, rubandogli il frutto dalle mani e dirigendoti in bagno sperando vivamente di trovarlo vuoto. Per tua fortuna non c'è nessuno. Controlli anche le cabine, per sicurezza, e poi ti giri verso Nicola, mostrandogli che ti posi la ciliegia sulla lingua. Richiudi la bocca, mettendo il frutto dolce tra la guancia e i denti, attento a non morderlo e gli dici di riprenderla, con un tono che non può equivocare il modo in cui deve farlo. Oramai rassegnato a quel ruolo, obbediente ti si avvicina, mettendoti delicatamente le mani sui fianchi e poggiando le sue labbra semichiuse sulle tue, che apri subito per permettergli di ritirare il suo premio mentre tu ti godevi il tuo, il bacio. Chiuse immediatamente gli occhi, facendo un'espressione concentrata, mentre tu li tieni aperti godendoti quella vicinanza. Senti la sua lingua accarezzare la tua, immobile, in cerca della ciliegia. Quando la trova ebbe anche qualche problema a trasferirla nelle sua bocca e, per quanto fosse bello sentirlo provare senza risultato, decidi di aiutarlo, facendole cambiare proprietario. Ne approfitti per trasferire anche il bacio, approfondendolo e chiudendo gli occhi mentre lo spingi all'indietro fino a che non raggiunge la parete appoggiandocisi con la schiena.
Spingi il bacino verso il suo, affondando la tua erezione e sentendoti compiaciuto dallo scoprire che anche il suo membro non è completamente a riposo, anche se per nulla confrontabile col tuo. Ti diverti un po' a far passare la ciliegia da una bocca all'altra, per poi lasciarla nella sua, sciogliendo il bacio ma non le braccia dietro al suo collo, notando compiaciuto che le sue mani erano rimaste ben salde sui tuoi fianchi e notando anche che si sosteneva con quelle. Respirate affannosamente con le fronti una appoggiata all'altra e le labbra, umide, che si sfiorano. Lo vedi ingoiare la ciliegia e prima di staccarti del tutto gli dai un altro bacio a bocca aperta, ma senza l'utilizzo della lingua. Tirando un sospiro di sollievo per non essere stati scoperti fai per tornare al tavolo, ma noti che è immobile, appoggiato al muro, con una mano sul petto e il respiro pesante. Ti preoccupi e gli chiedi cos'ha.
-Nulla.- dice scuotendo la testa. –Solo... non me l'aspettavo un attacco così diretto.- continua senza fiato. Aspetti che si riprenda e tornate al posto, notando che intanto avevano portato il conto che avevate chiesto. Lo prendi e guardi il prezzo, nemmeno tanto, per essere comunque un posto raffinato.
-Quant'è?- ti chiede, sicuro di dividere il conto a metà, ma non erano quelli i tuoi piani, infatti appena passa un cameriere gli porgi il piattino del conto e i soldi.
-E' il mio compleanno, offro io.- fa per ribattere ma alla fine non dice niente, chiudendo la bocca e abbassando lo sguardo, ubbidiente. –Ora vieni, torniamo a casa mia.- lo vedi sobbalzare un attimo a quelle parole.
-Ma avevi detto…- -Tranquillo, parliamo e basta.- “mentre ci facciamo qualche coccola.” La seconda parte la pensi e basta.

Arrivati a casa ti cambi, indossando qualcosa di più comodo e sporgendo qualcosa anche a lui, che accetta con un accenno e si cambia a “distanza di sicurezza” da te.
Ti stendi di fianco dalla tua parte del letto e gli fai segno di mettersi da quella che ormai è la sua e sua soltanto. Si stende timoroso ma quando vede che non allunghi le mani si rilassa un po'.
-Okay, serata delle domande, chiedimi cosa vuoi sapere e farò del mio meglio per risponderti.-
-Perché mi fai questo?- chiede appena hai finito la frase. -E' solo questo che ti interessa? Comunque perché mi ecciti.- sai che non è per quello, ma ti sentirai già abbastanza vulnerabile e non vuoi scoprire quella carta, non subito almeno.
-Tu vedi il tuo corpo, giusto?- -Vendevo.-, lo correggi mentalmente, mentre annuisci. –Come… ecco, com'è che hai iniziato? Voglio dire, non sembri uno che ha bisogno di soldi e poi vai ancora a scuola!- -Si può dire che è un lavoro di famiglia? Mia madre è una puttana e io sono stato concepito in una delle sue notti di… lavoro.- dici sprezzantemente quell'ultima parola. –Mio padre è uno ricco, non so bene chi, ma se si fosse saputo che aveva certe abitudini avrebbe perso la faccia quindi mia madre decise di usare a suo vantaggio la situazione. Si fa pagare una bella cifra al mese perché tenga segreto che sono suo figlio. Con un test di paternità sarebbe facile provarlo.
Per lei non sono altro che un modo come un altro per far soldi, infatti appena ha potuto mi ha comprato questo bell'appartamento. Pensa lei alle spese e tutto, ma a malapena ci vediamo. Comunque, quando ancora vivevamo insieme vedevo sempre questo via vai di sia uomini che donne e quando iniziai a capire il senso del sesso notai che qualcuno di loro mi guardava con voglia. Io volevo rubare le attenzioni che davano a mia madre e circa un anno fa ho avuto il coraggio di sedurre uno degli uomini… è anche uno dei motivi per cui sono stato cacciato di casa. Comunque l'abbiamo fatto e mi è piaciuto, mi è piaciuto molto e visto che era così bello ho deciso di seguire le orme della mia cara mammina.- ometti il fatto che da quando hai iniziato con lui non hai più visto nessuno, anche quello magari più avanti. Beh, con una risposta ti sei già tolto abbastanza problemi. Ti giri verso di lui e vedi che ti guarda preoccupato.
-Scusa, non avrei dovuto chiedere…- -Ti ho detto io di chiedere, vuol dire che sono pronto a raccontarti certe cose. Comunque puoi anche intuire perché non mi piaccia questo giorno…- annuisce, sembra rattristato. Ti avvicini a lui e poi gli posi un bacio sulle labbra a cui resta del tutto impassibile, tranne che per la leggera sfumatura adorabilmente rosa che gli colora le guance. Gli vai ancora più vicino, abbracciandogli la vita e stringendoti a lui.
-Dev'essere stata dura per te… Quindi non sai chi è tuo padre?- scuoti la testa, a pochi centimetri dalla sua guardandolo negli occhi di quel colore che ti piace tanto. -E non sei curioso?- continua a chiedere. Ci pensi un po', incerto sulla risposta, ma poi scuoti nuovamente la testa. –No, non particolarmente…- dopo quello cala il silenzio, mentre lui pensa a cos'altro potrebbe chiederti e tu gli passi gli occhi addosso, facendo vagare lo sguardo, per quanto ti era permesso dalla vostra vicinanza. Ogni tanto lo baci e accarezzi, senza andare oltre, gli avevi promesso una serata tranquilla, no?
-Se mi avessi detto che era il tuo compleanno ti avrei regalato qualcosa…- rompe il silenzio dopo un po'. Tu alzi le spalle, mentre avresti risposto che già il fatto che ti stesse vicino e lo passassero assieme era un regalo stupendo. L'esserti innamorato di lui, dopo un po' hai capito di che sentimento si trattava quella voglia di stare insieme a lui senza fare niente per ore, ha cambiato molto il tuo modo di comportarti e pian piano lo sta facendo sempre di più e non sai se è un bene o un male.
-Come fa a piacerti fare sesso con un uomo?- chiede ancora, saltando da un argomento all'altro senza apparente filo logico. –Nello stesso modo che piace a te.- enfatizzi la risposta bagnandoti le labbra con la lingua e passando le dita tra le sue natiche attraverso i vestiti, notando con piacere lo scatto che fa il suo membro. –A me non piace farlo con gli uomini!(posso ridere, vero? ND Yoru)- cerca di usare una voce ferma e autoritaria, ma con poco successo. Ti schiaffeggia la mano e la sposti obbediente, ma ghignando nella sua direzione.
-Certo, non ti piace e la tua erezione lo conferma.- fai malizioso, stringendolo ancora di più a te, facendo incontrare le vostre virilità e provocandogli un leggero sospiro eccitato.
-Hai promesso…- dice, facendo poi sfociare le parole in un gemito sospirato. –Lo so, lo so… infatti me ne sto pentendo, ma mantengo le mie promesse!- lo rassicuri, però la voglia è davvero tanta e non sei abituato a trattenerti perché di solito se lo vuoi lo prendi senza chiedere… -E se ci liberassimo semplicemente di queste scocciature? Senza andare fino in fondo…- lo vedi pensare alla tua proposta, ci guadagnerebbe anche lui e non perde niente, quindi annuisce. Pensi a qualcosa di divertente da poter fare e ti viene il colpa di genio. Rotoli, trascinandoti Nicola dietro, fino ad essere disteso sulla schiena, con lui a gattoni sopra di te che ti guarda stranito e un po' spaventato da quello che hai intenzione di fare. Ridendo ti fai scivolare verso il basso fino a uscire da sotto di lui.
-Stai fermo.- Gli dici prima di girarti e ritrascinarti verso l'alto, in modo da avere il suo cavallo sopra di te e il tuo proprio davanti alla sua faccia.
-S… sessantanove…- lo senti sussurrare, e ridacchi. Allora sapeva qualcosa del sesso prima. Gli tiri giù i pantaloni, i tuoi pantaloni tra parentesi, e noti con piacere la macchia umida sulle sue mutante. Stai per passare la lingua, ma ti accorgi che lui è ancora immobile e che tu hai ancora addosso i pantaloni e le mutande.
-Ti conviene iniziare, se vuoi qualcosa…- non vorresti parlargli così, ma sei troppo abituato ad usare un tono sprezzante e di superiorità a letto, per riuscire a cambiare proprio ora, anche se non ti piace vederlo così intimorito da te, costretto a fare certe cose… però il messaggio arriva chiaro e forte perché ti abbassa insieme pantaloni e mutande, ritrovandosi la tua erezione a pochi centimetri dal naso.
-Non… non so come si fa…- dice a voce bassa e vergognandosi della cosa, anche se quello che dovrebbe vergognarsi sei tu che lo sai fare alla tua età… -Fai come faccio io.- gli rispondi, 'sta volta passando davverò la lingua sulla sua erezione ancora chiusa nell'intimo e lo stesso fa lui, ma toccandoti direttamente. Gemi leggermente, prima di tornare al suo membro e prenderlo attraverso la stoffa, succhiando leggermente mentre lui ripete l'operazione. Gli abbassi le mutande, togliendole del tutto insieme ai pantaloni così da avere carta bianca.
-Prendilo in bocca e fai su e giù con la testa succhiando e passando la lingua ogni tanto.- Gli dai istruzioni, mostrandogli sulla sua pelle come fare e dicendogli di continuare così, mentre tu usi delle tecniche più sofisticate, ma la verità è che se fa le tue stesse cose rischi di venire ancora prima che lui sia davvero eccitato. Non sopporteresti di perdere la faccia così davanti a lui. Tu inizi a prendergli la punta in bocca, stringendo leggermente le labbra e muoverti per la sua lunghezza continuando ad esercitare una leggera pressione mentre la lingua stuzzica l'apertura assaggiandolo. Giri un braccio intorno alla sua coscia e con la mano gli massaggi con delicatezza i testicoli.
Lui inizia a spingersi sempre più verso la tua faccia mentre ricopre completamente il tuo membro di saliva, non riuscendo ad ingoiarla. Tu rilasci la sua erezione, con cui stavi per strozzarti e ti accorgi che ti basta allungare il collo per riuscire a raggiungere la sua apertura, ma decidi di lasciarlo per dopo e attacchi i testicoli, giocandoci con la lingua e graffiandoli leggermente con i denti, eccitandoti ancora di più a sentire i suoi gemiti soffocati.
All'improvviso succhia inavvertitamente, facendoti scappare un gemito acuto, al quale ti accorgi che il suo corpo risponde in apprezzamento. Sarà un'informazione che ti potrebbe tornare utile, quindi la metti da parte in un angolo del cervello, pronta a tornare fuori al minimo bisogno. Con le mani avvicini a te ancora di più la parte inferiore del suo corpo, facendogli piegare completamente le ginocchia. Così facendo hai davvero libero accesso alla sua bella apertura proprio davanti ai tuoi occhi e per vederla meglio gli divarichi le natiche con le mani. Non gli avevi mai fatto una cosa simile e l'dea ti eccita incredibilmente! Tiri fuori la lingua e gli lecchi quella parte nascosta con la punta.
-Aaah! C…cosa…?- chiede, rilasciando il tuo membro e girandosi per provare a vedere cosa stesse succedendo, senza molto risultato. Non ti degni di rispondere e ripeti l'operazione, questa volta spingendo per far affondare leggermente la tua lingua. Lo senti tremare, scosso dai brividi, mentre sopprime un gemito abbassando di scatto la testa. Lo fai di nuovo e senti una buona quantità di liquido bagnarti la maglia che indossavi, era davvero al limite, ma quella cosa era troppo divertente per far finire tutto subito quindi decidi di aspettare prima di dargli piacere.
Continui a leccarlo e affondare la lingua, mentre cerca di ribellarsi scuotendo il sedere, che ti metti prontamente a tener fermo. Ci stava mettendo poca convinzione, anche se non voleva era una cosa che gli piaceva.
-Sme… sigh… No! Avevi promesso… ngh.- si lamenta, lasciandosi sfuggire un potente singhiozzo. Lo ignori altamente e avvicini una mano, leccandoti un dito e poi facendolo affondare dentro di lui, solo i preliminari, ti bastano i preliminari, ma volevi vedere quella sua parte di lui desiderarti, urlarti “Scopami!”(Fa male leggere troppo Big Dick, Come Quick ^^;;; ND Yoru). Invece lo senti urlare l'altra parte, che con uno spaventato “No!” era riuscito a liberarsi dalla tua presa e a rifugiarsi in un angolo del letto(Questo mi sa molto da Ayase, invece xD). Lo vedi che trema e quando fai per avvicinarti si allontana ancora, stando pericolosamente sul bordo del letto, cercando di regolarizzare il respiro.
-Avevi promesso! Avevi promesso che questa volta non avresti fatto niente!!- ti urla contro. Ti rendi conto di aver esagerato, credeva ancora un po' in te, ora hai perso anche quel briciolo di fiducia che ti aveva concesso. –Sei malato! Devi farti curare. Non ti avvicinare mai più a me!!- certo che… fare una scenata simile, dopo due mesi… te lo saresti aspettato all'inizio, ma ultimamente aveva anche smesso di lamentarsi e stava più o meno la “gioco,”. Devi averlo proprio ferito perché si ribellasse in un modo simile. Ti tiri su pantaloni e mutande, mentre ti togli la maglia sporca. Non te la senti più di continuare così, non ce la fai più nemmeno tu! Vorresti una relazione normale, ma l'unica cosa che riesci ad ottenere è sesso, non consensuale per di più, e questa volta non ti basta! Vorresti sentimenti anche da parte sua, ma non arrivano e sei abbastanza sicuro che non arriveranno mai. Piuttosto che continuare così e ferire tutti e due, preferisci prendere tu tutto il dolore e lasciarlo in pace. Senti le lacrime lottare per uscire quanto ti metti a parlare.
-Sai, credevo che dopo un po' avresti iniziato ad accettarlo e che ti sarebbe anche piaciuto…- hai la voce spezzata e abbassi la testa per non dover subire anche il suo sguardo puntato addosso. –E credevo anche che fossi una delle solite voglie passeggere, un vizietto che volevo soddisfare, che per te provassi solo un gran desiderio di sesso, invece mi sono ritrovato a non poter fare a meno di te, che continuavo a desiderarti non solo fisicamente. Volevo passare tempo con te, anche a non fare nulla. Volevo che non avessi occhi per nessun altro che per me, per questo ti ho fatto quella richiesta, per farti diventare mio! Non era il vero modo con cui volevo stare insieme a te e non saresti stato felice, ma non mi importava dal momento che potevo averti, era l'unico modo che conoscevo per corteggiarti, non sono bravo con il resto. Però… ho capito che non ne vale la pena, qualche scopata non vale la tua felicità.- fai un profondo respiro, la cosa che avresti detto ti avrebbe distrutto e sollevato insieme. –Non sei più in obbligo di fare niente, mi accontenterò a guardarti e ricordarmi i momenti passati insieme. E' stato doloroso anche per me, te lo assicuro.- Detto questo ti dirigi verso la porta, volevi lasciarlo solo per farlo preparare in pace e uscire. Un attimo prima di uscire ti giri, gli sorridi e dici: -Non era molto chiaro, ma era un giro di parole per dirti che… ti amo. Se vuoi puoi usare il secondo bagno.-
Esci e ti rifugi in uno dei bagni, quello che di solito usi tu dopo i vostri incontri, mentre lui va nell'altro. Chiusa la porta alle tue spalle ti ci appoggi e scivoli seduto per terra in silenzio, le lacrime che avevano iniziato a sgorgare copiose ti rigano il viso. Non capisci cosa senti, sei distrutto dal dolore, ma nel contempo inconcepibilmente felice e sollevato, l'erezione ancora pulsante completamente dimenticata. Resti lì dentro a piangere per non sai quanto, esci solo quando senti la porta di casa sbattere, raggiungendo il letto, rannicchiandoti al centro. C'era ancora una parvenza di tiepido che ti riscalda da dentro, l'unica cosa di lui rimasta nell'appartamento, insieme alle tracce umide sulla tua maglia, abbandonata a terra da qualche parte. Ti addormenti in quella posizione, annotando un altro compleanno doloroso, da aggiungere agli altri quindici.

To be continued…

Pezzo bonus, per il molto probabile ritardo che farò(vedere nota alla fine)

La sera seguente vai al locale dove lavoravi e rifai riassumere, con davvero poca fatica, almeno farai qualcosa oltre che la mummia. Entri nella camera dove ti sta aspettando il nuovo cliente, mentre leggi i suoi dati sul cartoncino che aveva compilato. Si chiama Mattia ed ha vent'anni, il suo ruolo è attivo. Ti rassereni un po', almeno non ti era capitato un vecchio sulla quarantina! Entri in camera e vedi un ragazzo seduto comodamente sul letto che aspettava sfogliando una rivista, ben piazzato di fisico, poco più alto di te, capelli castani, occhi verdi. Ti ricordava qualcuno, ma non ci fai molto caso, hai visto molte facce ed è facile confondersi.
-Oh, ciao! Io sono Mattia.- si presenta porgendoti la mano, non ti entusiasmano i tipo così socievoli, spesso sono chiacchieroni a letto e non ti è mai piaciuto.
-Sì, lo so. Io sono Francesco. Senti… hai problemi se ti chiamo Nicola?- almeno potevi far finta che fosse lui, se chiudevi gli occhi e ti concentravi.
-Cotta? Comunque sì, non me la prendo.- annuisci.
Ti siedi affianco a dove era messo lui poco prima e inizi a slacciarti la camicia, mentre lui fa lo stesso con i pantaloni.
-Conosco un Nicola.- dice di punto in bianco, facendoti alzare le spalle. –Non lo conosco proprio, è più che altro il migliore amico di mio fratello, anche se ultimamente non l'ho più visto… hanno la tua età, sai? Mio fratello si chiama Gioele…-
Geli. Troppe coincidenze perché non sia lui… troppe… poi ora che ha pronunciato quel nome e ti è venuta in mente la sua faccia, capendo chi è che quel ragazzo gli ricordava.
Intanto aveva finito di slacciarsi i pantaloni e ti eri inginocchiato davanti a lui. Era una situazione davvero assurda e quasi dolorosa, ma lui poteva dirti cose di lui che non sapevi…
-Parlami ancora del Nicola che conosci tu, com'è fatto… cosa gli piace, cosa no…- dici sensualmente, iniziando ad accarezzargli dolcemente il membro. Decisamente un modo interessante di iniziare il lavoro.

Finito tutto guardi il tuo cliente dritto negli occhi. Era stato piacevole, non così terribile, anche se sentire parlare di lui ti aveva fatto male.
-Chiedi nuovamente di me se ne hai la possibilità, mi piacerebbe sentire ancora di quel Nicola, è tanto simile al mio…- vuoi le novità su quello che gli succede.

Spero vi sia piaciutooo!!

Edited by Saphira Yagami - 8/9/2009, 19:57
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 03:02




waaaaaaaaaaaa! arrrrrrrrgggggg! *me prende un bazuka e lo punta su Cesco* *me ci pensa e cambia idea*
Beh che dirti me lo ricordavo molto bene questo capitolo!! E come dimenticarlo? Devo dire molto originali alcune parti... quella del vibratore secondo me spopola XD W i vibratori!! XD
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 03:11




Per quella parte ho chiesto alla mia bata: "Secondo te è esagerato il vibratore?" e lei mi ha risposto: "Sì ma, ci sta bene" XDXD questo per ora è il capitolo VM18 di questa fic che si avvicina meglio le mie prefersenze nel settore XD poi dovrò vedere Dav, che è ancora un'ombra indefinita a cui non trovo una forma...
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 03:17




muahah trovagliela il più perverso possibile XD
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 03:46




avevo pensato a qualcosa tipo "anima nera che si comporta da angelo" ma non sono pratica del genere quindi prima dovrei consultare qualcuno dei miei manga più top seacret xDXD
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 03:52




XD si ne conosco un paio! Anche se è shojo allora devi vedere la corda d'oro, lì ce nè un lampante esempio... che sicuramente potrebbe darti buoni spunti!
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 04:02




Ma ho io le mie fonti, tranquilla, giusto il tempo di trovare quella giusta da cuoi prendere spunto e stilare il pg..
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 04:10




Ok, poi sono curiosa di vedere come lo fai ^^
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 04:17




dovrai aspettare un bel po' mi sa ^^;;;
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 04:24




ç_ç non dirmelo così! ç_ç dammi un po' di speranze!
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 04:32




Ma la speranza c'è solo non prossimissima XD devo ancora finire Ricky
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 04:36




Uff mi sa che aspetterò... *me si siede paziente e fissa* XD
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 04:43




Brava bimba^^
 
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Haru no hime
view post Posted on 23/6/2009, 04:49




*me felice, continua a star seduta e a fissare* XD
 
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Saphira Yagami
view post Posted on 23/6/2009, 04:53




*e le piante iniziarono a crescere sopra di lei* XD
 
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56 replies since 23/6/2009, 02:12   857 views
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