One shot: Kuro x Fay

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Iriya86
view post Posted on 15/12/2008, 16:28





Il mio nome...



Se solo i miei occhi riuscissero a guardare ciò che tu vedi…

Se solo le miei orecchie riuscissero a sentire ciò che stai gridando…

Se solo le mie mani riuscissero ad afferrarti….

Se solo il mio corpo riuscisse a scaldare il tuo….

… Allora capirei perché non hai mai detto la verità…


- Non dormi?-

Gli domanda improvvisamente, orami stanco di sentirlo rigirarsi continuamente nel letto al lato opposto della stanza. Lo sente sbuffare più volte, e ripete la domanda seccato. – Non dormi?-

Non riceve risposta e solo allora si decide a spostare lo sguardo verso quel letto agitato. Nel buio della camera, riesce solo ad intravedere la sua testa, mezza nascosta sotto le lenzuola, ma con qualche ciuffo disordinato che spunta fuori curioso. – Che problema hai?- Ancora silenzio. Irritato dal non essere ascoltato decide di alzarsi, tira via le lenzuola facendole ricadere sul lato del suo letto, nonostante abbia visitato tanti mondi trova ancora scomodi quei letti così alti ed estremamente soffici. Poggia i piedi per terra e viene scosso da un brivido freddo e fastidioso. Lentamente, come se non fosse ancora riuscito ad abituarsi al freddo, si avvicina al letto e si inginocchia al fianco aspettando. Lo osserva e ogni tanto scorge un brivido che lo scuote, ma lui non ha intenzione di voltarsi.

- Hai intenzione di ignorarmi? Di solito sono io che lo faccio…- si stupisce di come quelle parole gli escano facilmente di bocca, di solito quello che ignora ogni cosa è lui. Lo chiama di nuovo, insiste, come faceva lui nei suoi confronti poco prima, come se i ruoli ora si fossero scambiati.

- Sto bene…- finalmente giunge la sua voce, bassa e alquanto roca. Si chiude ancora di più nel lenzuolo e continua a tremare.

- Uno che sta bene avrebbe risposto prima.-

- Dormivo…- risponde ancora lui, non ha intenzione di voltarsi verso l’uomo che lo sta interrogando, non lo vuole guardare. Allora è l’altro ad agire, lo prende per la spalle facendolo voltare nella sua direzione, sente resistenza, ma è debole a confronto della sua forza. Finalmente riesce a vederlo, gli occhi però sono ridotti a due fessure cristalline e lucide, respira tenendo la bocca aperta e faticosamente.

- Hai la febbre?- e chiedendo ciò gli poggia una mano sulla fronte, sembra bollente, ma la sua mano è fredda e non sa valutare bene. Allora decide per un altro metodo, si avvicina con il viso e gli poggia le labbra sulla fronte, allora si accorge che è proprio febbre e anche alta. – Ecco perché tremavi…- Si alza e velocemente prende il grande e caldo cappotto bianco che trova su una sedia. Lo sistema per bene sul corpo dell’altro, ha bisogno di caldo per far scendere la temperatura, dovrebbe sudare, ma sa che quel solo cappotto non basta.

- Non mi capita spesso di stare male…- fa lui improvvisamente sorprendendo l’altro che era impegnato a cercare coperte o altro.

- E’ una cosa normale... potevi dirmelo.-

- Kurogane?- si volta improvvisamente e sorpreso, sentire il suo nome senza storpiature o prese in giro lo lascia impietrito, forse aveva perso l’abitudine di sentirlo. Torna in ginocchio accanto al letto del malato, lo guarda fisso e si rende conto che ha tutto il viso rosso. – Sei mai stato malato?-

Chissà perché quella strana domanda? Forse sono i deliri della febbre? Non vorrebbe rispondere, o comunque vorrebbe dirgli che essendo una ninja fortissimo non è possibile per lui ammalarsi, ma non è la verità e senza pensarci inizia a parlare.

- Certo, è una cosa normale… tutti si ammalano.-

- E cosa accade quando ci si ammala?- un’altra domanda sciocca, ma a cui non può non rispondere.

- Nulla, si rimane a letto e si gode delle cure che gli altri ti dedicano.-

- Chi ti accudiva quando stavi male?-

- Non mi capitava spesso, ma quando succedeva era mia madre a prendersi cura di me…- attese un’altra domanda strana, ma non arrivò. Si ritrovò solo quei due piccoli occhi che lo fissavano e capì che doveva continuare. – Lei mi preparava qualcosa di caldo da mangiare e mi vegliava quando la febbre saliva improvvisamente.-

- Quella cosa che hai fatto prima, la faceva anche lei?- Si riferiva al modo in cui il ninja gli aveva sentito la temperatura, forse per lui che non lo sapeva, poteva essere sembrato qualcosa di strano.

- Le mani non dicono la verità, quello è uno dei modi per capire se hai la febbre o meno, mia madre lo faceva sempre.- Chissà perché riusciva a dire “mia madre” con tanta facilità. Fino a quel momento non aveva mai parlato a nessuno del suo passato. Solo Shaoran sapeva, solo lui era riuscito a vedere cosa si nascondeva nel passato di quel freddo ninja dagli occhi tenebrosi e non lo aveva detto a nessuno.

- Io non sono mai stato male… forse perché non avevo nessuno che si sarebbe preso cura di me.- Kurogane non seppe rispondere in quel momento, qualsiasi cosa avesse detto sarebbe sembrata una scusa per tranquillizzarlo, di quelle che si raccontano ai bambini quando hanno paura, ma lui non era un bambino, anche se in quel momento lo sembrava proprio. – Tu ti prenderesti cura di me?-

- Posso curare la tua febbre…- sospirò sentendo quella frase, chissà cosa aveva sperato di sentire, ma come al solito il ninja rimaneva tale, si era portato troppo il la e si stava già ritirando come una tartaruga nel suo guscio, per paura di essere ferita.

- Quando stavi male tua madre ti rimaneva accanto e ti cullava, chiamandoti per nome?-

- Certo…-

- Lo faresti per me?- L’unica cosa che Kurogane riuscì a fare fu rimboccargli le coperte. Poi prese un fazzoletto e andò in bagno per inumidirlo e poggiarlo sulla fronte del malato. Evitò accuratamente di rispondere a quella domanda, sviò gli occhi di lui che lo cercavano più che potè.

- Hai ragione…- fece infine, quando si rese conto che il ninja non aveva alcuna voglia di dirgli di più. – Io non sono tuo figlio e tu non sei mia madre… io di certo non valgo le tue attenzioni visto che non provi nulla per me… non mi chiami neanche per nome…-


…………


Nessuno dei due disse più una sola parola. Ogni tanto qualche gemito del malato rompeva quell’atmosfera che si era creata. Kurogane era fermo accanto al letto, lo vegliava senza fare gesti in più di quante ne servissero, cambiandogli il fazzoletto, chiudendolo per bene tra le lenzuola e il cappotto per evitare che si scoprisse. Lo spogliò quando il sudore dato dalla temperatura alta iniziò a diventare insopportabile. Si prese l’onore di lavarlo con un panno umido, asciugando quella pelle diafane e bollente, quel corpo che a confronto del suo poteva essere rapportabile a quello di una ragazza. Troppo snello e fine per un uomo forse. Il ninja temeva di fargli del male alle volte, era debole e quando lo stringeva poco più forte, vedeva i segni della presa diventare rossi sulla sua pelle. Lo prese in braccio con facilità per spostarlo nel suo letto, quando le lenzuola erano troppo umide per farlo rimanere li. Anche se era distaccato, in qualche modo si stava prendendo cura di lui.


…………


Senza sosta… si prese cura del piccolo paziente finchè il sole non apparve all’orizzonte e la febbre ormai sopportabile. Prima di riposarsi però non resistette all’istinto di dirgli ciò che per tutta la notte gli era passato per la testa.


- Un giorno mi prenderò cura di te come desideri che io faccia… ti concederò tutte quelle attenzioni in più che stanotte ti ho negato… quel giorno avverrà solo dopo che tu mi avrai detto come ti chiami.

- Tu sai già il mio nome?-

- Non pronuncerò quel nome fino che non mi sarò reso conto che, almeno per una volta, tu mi hai detto la verità… Quando quel giorno verrà dovrai venire da me e presentarti nuovamente… ma questa volta dovrà venire fuori tutto ciò che sei e di cui hai bisogno.-

- Chi ti da la certezza che io abbia bisogno di te Kurogane?- Voleva essere acido il tono con cui aveva parlato, ma il ninja lo squadrò per bene con le sue iridi scarlatte e rispose a tono.

- La certezza me la da il fatto che tu, nel momento in cui avevi bisogno, mi hai chiamato con il mio nome.-


Se solo il mio cuore smettesse di dolere al tuo contatto…

Se solo fossi stato capace di dirti ciò che sentivo…

… Allora avrei capito perché solo quella notte, sei riuscito a dirmi la verità…


… Non ho forse ragione Kurogane?














Yume….



“Yakusoko wa Iranai”




“Sogna, perché nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare”

Erano state queste le parole del mago quando una sera, tra i deliri dell’alcool e la notte brava che si era concesso, il ninja aveva chiesto: “perché dobbiamo sognare?” A quelle parole il mago, abbastanza brillo aveva risposto con quella semplice frase, senza neanche pensarci su troppo, ma il ninja ne era rimasto molto colpito. Certo il mago non poteva sapere cosa aveva sognato il compagno, ne gli era passato per la mente di chiederlo, a causa dei fumi dell’alcool che gli annebbiavano il cervello. Le bevande di Nihon erano veramente troppo forti per uno che si ubriacava solo respirando, ma quella sera aveva voluto fare un’eccezione visto che era stato proprio il ninja a chiedergli di fargli compagnia. Kurogane sedeva in un angolo della camera da letto, Fay o Yuui, a seconda di come lo si voleva chiamare, era caduto in uno stato di coma profondo da un’oretta, si rigirava per terra, stringendosi in un lenzuolo che non sapeva neanche di avere sopra. Kurogane lo guardava continuamente, i suoi occhi scarlatti non riuscivano a staccarsi dal viso del mago, catturando ogni piccola mossa di quel viso che sembrava sereno, ogni movimento delle labbra, osservava quella sottile linea arrossata, che la benda sull’occhio gli procurava a fine giornata, quei morbidi e sbarazzini capelli dorati che sembravano invitarlo a toccarli. Voleva dormire, ne sentiva il desiderio, ma non voleva farlo per nessun motivo, non voleva chiudere le palpebre e abbandonarsi al piacere onirico, distogliendo così la sua attenzione dal viso di lui. Dopo un tempo che a lui sembrava infinito, lo vedeva come era sempre stato, sorridente e spensierato. Non aveva più nessuna intenzione di vedere quel viso contorto dal dolore, bagnato dalle lacrime o privo di qualsiasi sentimento, perché anche se prima aveva sempre finto di essere felice, ora sapeva come si provava ad esserlo davvero. Il ninja si chiese il motivo per cui si stesse preoccupando di ciò proprio ora, dopo che il dolore e il demone che il mago si teneva celato nel cuore se ne erano andati, dopo che la sua battaglia poteva dirsi conclusa. Ashura-ou era morto, Yuui libero da qualsiasi maledizione, senza più il peso di quella magia che lo deteriorava. Lui dal canto suo aveva perso un braccio, ma prontamente sostituito con un arto artificiale e poteva dirsi fortunato. La ragazzina e Shaoran erano gli unici a dargli ancora preoccupazioni. Di li a poco però sarebbero partiti per il regno di Clow, pronti a salvare la principessa e tutto si sarebbe risolto anche per loro… e dopo? Se quella battaglia si fosse conclusa con una loro sconfitta non avrebbe dovuto preoccuparsi del futuro, ma se invece arrivasse la tanto agognata vittoria, lui che avrebbe fatto? Sarebbe tornato nel suo mondo e avrebbe rispettato il suo giuramento alla sua Hime, e poi? Non si era mai posto tanti interrogativi in vita sua, l’aveva sempre vissuta giorno per giorno pensando a proteggere coloro che aveva promesso di proteggere, ma in quella promessa ora faceva parte anche il piccolo mago che aveva davanti e che non voleva smettere di guardare. Si alzò cercando di non fare rumore e uscì fuori, respirò l’aria fresca del suo paese, l’odore di primavera nell’aria. Fece qualche passo, ma decise di rimettersi seduto il prima possibile. Sentiva il peso di ciò che aveva bevuto, anche se la mente era lucida, le gambe non reggevano il peso.

- Ma va, ho preso una sbronza a mezzo busto!- ironizzò tra se, tirandosi indietro i capelli dal viso e proteggendosi da una leggera brezza calda. Felini passi si avvicinarono al ninja, la cosa non lo preoccupò affatto. – Ancora sveglia Hime?-

- Volevo sentire questa brezza sul viso prima di coricarmi… ma ho trovato qualcosa di più piacevole da fare…- La Hime conosceva bene il suo ninja e sapeva riconoscere quando era preoccupato, per questo non si fece scupoli e fu diretta con lui. - Se hai qualcosa da chiedermi, puoi farlo.-

- Perché gli uomini sognano?-

- Hai avuto un incubo per caso?-

- Non lo so… avverto come uno strano dolore al petto quando devo dormire, qualcosa turba il mio risposo, ma quando mi sveglio non riesco a ricordare… solo mi assale una grande angoscia.-

La Hime dai lunghi capelli d’ebano si sedette accanto al suo primo ninja, osservando il cielo, congiunse le mani in segno di preghiera e cercò di percepire ciò che l’uomo cercava di comunicarle.

- Neanche io che vedo il futuro nei miei sogni so spiegarti cosa significhi sognare realmente… ciò che io vedo non sono sogni miei, ma del mondo intero… Si dice però che i sogni siano lo specchio dei nostri desideri, che ciò che si vede mentre si è immersi nel mondo onirico sia la personificazione di ogni nostra passione, di tutto quello che vorremo tirar fuori quando il sole è alto.-

- Lui mi ha detto la stessa cosa… -

- Il fatto che tu abbia degli incubi può significare che sei preoccupato per il futuro Kurogane, che magari temi la battaglia che si appresta ad arrivare.-

Il ninja sbuffò. No, lui non temeva lo scontro. – In guerra o si vince o si muore, cosa dovrei temere?-

- Il destino non segue una sola linea, dovresti averlo imparato… ogni via è ramificata in molte altre… alcune di queste si aprono solo quando se ne sceglie una. Non hai mai pensato che questa battaglia possa portarvi una vittoria, ma allo stesso tempo anche una perdita?-

- Questo non accadrà, ho giurato a me stesso che non farò mai morire le persone a cui ho promesso protezione.- Era fiero di questo suo giuramento, la Hime lo leggeva facilmente nello scintillio delle iridi scarlatte del guerriero. Poggiò una mano su quella dell’uomo portandola verso di lei e cercando la sua più completa attenzione.

- Questo ti fa onore, ma non calcoli affatto che altri possano aver fatto il tuo stesso giuramento… Tu hai sognato di perdere la persona che per te sta diventando troppo importante… è questo che ti provoca l’insonnia e la grande angoscia che ti preme il cuore Kuorogane… non hai pensato neanche per una volta che i sentimenti di Yuui-san possano essere simili hai tuoi e che lui non voglia vederti perire al suo posto.- Gli occhi del ninja si spalancarono come sconvolti, era questo ciò che aveva sognato:

Spade contro spade…

…Magia contro magia…

…Lacrime e dolore..

.. Ferite e sangue...

...Il corpo di Yuui steso a terra, il corpo di Kurogane al suo fianco che lo stringe…

… ultime parole…

… ultimo sorriso…

…ultimo ringraziamento per tutto ciò che è accaduto…

… ultimo addio.

Come un fulmine il sogno che lo torturava da notti intere era tornato alla sua mente, il braccio e la mano che la Hime gli stringeva iniziarono a tremare come le foglie allo sferzare del vento.

- Non è più come prima Kurogane… non sei più solo… Non puoi più credere che la tua esistenza possa prendere la strada della vita o della morte… quando tu hai scelto la strada della vita per Yuui-san ne hai aperte tante altre anche per te… Hai paura di perderlo e non perché lui non voglia più vivere, ma perché ora è guidato dalla stessa forza che per anni ha guidato te… ne conosci la potenza e ora la temi.-

- Stupido di un mago… io non ho bisogno di essere protetto da lui!- Lo disse con forza, cercando di mascherare il tremulo della sua voce, cosa che non gli era mai capitata prima.

- Allora lo stupido sei anche tu… perchè neghi con vigore ciò che sai, perché sai che quando qualcuno che ami è in pericolo il resto non conta e anche la persona più debole diventa la più forte.-

Il ninja si alzò di scatto, dimenticandosi del dolore alle gambe. Tornò velocemente in camera cercando il corpo addormentato del mago. Era proprio dove lo aveva lasciato e lui si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Chiuse bene la porta, rinchiudendo tutto quello che sentiva nel cuore in quel momento, temendo che potesse sfuggirgli via una volta che avrebbe svegliato Yuui. Lo scosse lentamente, cercando di imprimergli tutta la dolcezza di cui era capace.

- Kuro-chii… che succede?- biascicò a fatica il mago stropicciandosi l’occhio sano e inumidendosi le labbra secche a causa dell’alcool. Senza rendersene conto si ritrovò contro il petto dell’altro, riuscendo a percepire i battiti frenetici del cuore del ninja, stretto da quelle braccia forti che lui desiderava da tempo. Perdersi in quel tepore fu la medicina più dolce contro il dolore della sbronza.

- Non ho bisogno di promesse, ne di speranze… non mi interessa questo… voglio una cosa sola…-

- Kuro-rin, mi stai spaventando… è successo qualcosa?- Yuui non riuscì a muoversi da quella posizione, non che lo volesse, ma voleva assolutamente vedere il viso di Kurogane e capire cosa lo avesse scosso tanto.

- Quello che voglio è che tu creda sempre in me… so di avere mille difetti, sono arrogante e presuntuoso, asociale e di poche parole… mi rendo conto che vivere vicino a me per tanto tempo non sia la prospettiva migliore della vita.. ma qualsiasi sia la scelta che tu farai, che sia prima o dopo l’ultima battaglia… vorrei che tu non mi sorrida mai in quel modo…-

- In che modo?- Yuui era stato travolto da quel mare di parole, aveva trattenuto il respiro come se vi fosse rimasto immerso e non riuscisse a togliersele di dosso. Ne sentiva il peso sul suo cuore, ma anche tanto calore.

- Non voglio vedere quel sorriso d’addio…- Lo strinse ancora più forte, tanto che ad un certo punto temette di spezzarlo a metà. Questo fino a che non sentì le braccia esili dell’altro stringerlo a sua volta, poggiarsi delicatamente sulla sua schiena e stringere il tessuto del kimono. A quel punto si rilassò poggiando la fronte sulla spalla del mago e respirando più regolarmente.

- Questo è per colpa dei brutti sogni vero Kuro-sama?...- In quel momento qualcosa di bagnato e caldo inumidì la spalla dell'ex mago, ma lui non disse nulla ne lo spostò da se per controllare cosa fosse quel calore improvviso. Cercò di trattenere la schiena dell’altro e nascondere i sussulti che quello sfogo gli aveva procurato. - Sorriderò sempre come tu vorrai… sarà sempre un sorriso sincero… proprio come lo sei tu ora.-

Yuui aveva capito il perché di quella strana notte, non serviva essere un sognatore o un indovino per rendersi conto di ciò che tormentava il rude ninja… anche i più forti possono diventare deboli e quando questo accade, il debole diventerà forte per sorreggerlo.

- C’è un bella luna stasera, ti va di fare un giro per questo paese stupendo Kuro-pi?-

Kurogane alzò il viso spostandosi dal mago e lasciandolo perplesso di quanto velocemente fosse riuscito a riprendersi. Sul viso del compagno non c’era traccia di quel sincero sfogo, ma la cosa a Yuui non dispiacque affatto. – Ti farò vedere ogni cosa quando torneremo nuovamente a casa.-

- Questa è una promessa Kuro-wan?-

- No… è l’Hitsuzen.-

- Allora aspetterò con ansia, perché mi piace davvero questa casa.- Yuui si stringe tra le braccia di Kurogane ancora una volta, socchiudendo la palpebra e sbadigliando. – La prossima volta che farai un brutto sogno puoi svegliarmi… ti aiuterò a reggerne il peso e lo supereremo… io non ne ho più di incubi grazie a te, quindi ora spetta a me aiutarti.-

- Mi basterà una cosa sola per calmarmi…-

- Allora ti sorriderò sempre come tu vorrai… Buonanotte Kuro-koi…-

Dopo notti insonni, gli occhi scarlatti di Kurogane trovarono il meritato riposo… cadde tra le braccia dei suoi sogni, cullato da quelle esili dell’unico che si era trasformato in realtà.



Un legame sicuro…





A volte, quando fuori piove forte e non si riesce a vedere altro che le gocce scivolare sul vetro della finestra e un buio opprimente che ricopre il mondo intero, non si può far a meno di dar voce ai propri pensieri, di mettere a nudo ciò che realmente si pensa e che , al contrario, in un giorno di sole quando la vita scorre frenetica, si nasconde.

Erano arrivati nel mondo di Nihon, Kurogane era finalmente a casa… quello era stato il suo desiderio, quello che aveva espresso nello stesso momento insieme al mago misterioso. Lui voleva tornare a casa, mentre Fay non voleva tornarci affatto. Per questo, ora che pioveva e pensava a quel momento, non poteva fare a meno di chiedersi se potesse essere lui a dargli una nuova casa.

Certo che per un uomo come lui era difficile pensare una cosa simile, ma era facile dare la colpa al maltempo e all’infermità che lo costringeva a letto da giorni. Non si rendeva bene conto da quanto tempo stesse dormendo, ma si sentiva tutti i muscoli indolenziti dall’immobilità e quindi dovevano essere tanti. In quel momento sentì qualcuno entrare nella stanza. Passi leggeri, ma sicuri… non era lui, non avrebbe mai avuto la faccia tosta di entrare con quel passo deciso… lui che negli ultimi giorni non aveva fatto altro che piangere.

Voltò lo sguardo verso il nuovo arrivato, percepì il frusciare dei lunghi abiti mentre camminava, il buon profumo che la precedeva.

Si inginocchiò di fianco al futon, passando gentilmente una mano sulla fronte del povero guerriero e spostandogli i capelli dagli occhi.

- Come ti senti? Mi fa piacere vederti sveglio dopo tanti giorni…- la sua voce era accorata e lui le regalò un piccolissimo e quasi impercettibile sorriso, la rivedeva dopo tanto tempo, ma non capiva se era felice o meno, di certo avrebbe voluto realizzare il suo desiderio in un altro modo e non dopo aver visto tanta gente ferita.

- Tomoyo-hime… sono a casa…- rispose lui con un filo di voce, si sentiva uno straccio, ma non voleva darglielo a vedere. Aveva perso il braccio, quello in cui Fay aveva riposto la sua spada, lo aveva sacrificato per quel mago dal viso falso e che fino a quel momento non aveva fatto che mentire… eppure non era arrabbiato con lui.

- Ben tornato Kurogane…- disse solo questo. Kurogane si aspettava che le chiedesse se avesse capito, se grazie a quel viaggio avesse imparato cosa volesse dire essere forte, ma non lo fece. Forse perché lei aveva capito che il suo ninja preferito aveva imparato la lezione. – Mi sono occupata personalmente di tutto, ho fatto in modo che le ferite di Sakura-hime venissero curate e anche le tue, ho aiutato Shaoran e vi ho dato un posto in cui riposare tranquilli…- fece una pausa, Kurogane capì subito che la principessa non voleva dilungarsi in discorsi che in quel momento a lui non interessavano proprio. – Però io per lui… non posso fare proprio nulla.-

A fatica, sorretto da una forza che non sapeva neanche di avere, fece leva con il braccio sano e si mise seduto appoggiando la schiena contro la parete alle sue spalle, lei non si mosse, non provò neanche ad aiutarlo, sapeva bene che lui non glielo avrebbe permesso.

- Dov’è ora?- chiese tra un lamento e l’altro, mentre fitte di dolore alla spalla, gli offuscavano la vista. Spostò lo sguardo verso l’entrata, che da sdraiato non poteva vedere e scorse un’ombra accanto allo stipite, una figura minuta e piegata leggermente su se stessa. Lo vide sussultare non appena si sentì osservato. – Tomoyo-hime… per favore…-

Non lo fece terminare, la principessa con sguardo gentile si alzò e iniziò ad uscire, accanto alla porta diede una piccola spinta alla figura immobile facendola entrare di qualche passo, poi richiuse la porta facendola scivolare lentamente. Kurogane continuava a sorreggersi con il braccio sano, i muscoli tremavano dallo sforzo. Si era messo in una posizione molto scomoda e non avrebbe retto per molto, la figura era immobile, Kurogane si accorse che non lo stava neanche guardando. Il guerriero provò a sistemarsi meglio, il kimono scuro che indossava era slacciato sul davanti e mostrava le bende leggermente sporche di sangue.

- Aiutami!- disse tutto d’un fiato, la sua voce era seria e fredda come lame di ghiaccio, il piccolo uomo fermo davanti alla porta si sentì colpito da quel freddo. Avanzò lentamente cercando di non farsi illuminare dalla luce delle lampade appese alle parete, rimase sempre in ombra, anche quando si inginocchiò di fianco al futon dell’uomo e gli mise le braccia sotto le ascelle per tirarlo su. Non aveva un briciolo di forza, ogni gesto era privo di sentimento. Riuscì comunque a sistemarlo, in qualche modo aveva obbedito all’ordine ricevuto. Kurogane lo seguì con gli occhi mentre il giovane si spostava ancora una volta in un posto dove la luce non potesse raggiungerlo.

- Dimmi, ti nascondi perché hai paura di me o solo perché hai vergogna di essere ancora vivo?- La voce di Kurogane era imperiosa, lui tremò in quel momento e il ninja lo vide, ma non cambiò espressione. Non ricevette risposta e incalzò di nuovo. – Esigo da te una risposta adesso, non prendere tempo per inventarti scusse senza senso.-

Lo vide solo muovere la testa in segno negativo, ma non riuscì a capirne il vero significato. Perché non si avvicinava a lui, perché rimaneva in ombra, cosa voleva nascondere?

- Non avrai fatto qualche altra sciocchezza? Guarda che se ne hai combinata un'altra delle tue questa volta ti faccio fuori io…- Era furioso, ma il giovane continuava imperterrito a mantenere quel silenzio e la preoccupazione di Kurogane cresceva velocemente. – Yuui?- A sentire quel nome lo vide piegarsi in avanti, si portò le mani al viso ed iniziò a piangere, ma era un pianto silenzioso e tanto triste. In quel momento Kurogane capì che non avrebbe detto neanche una parola, avrebbe potuto usare qualsiasi mezzo, ma non sarebbe servito a nulla. Il cuore del mago era chiuso nuovamente, ma questa volta non sarebbero bastato le bugie a sorreggerlo. Kurogane alzò un braccio verso di lui, il mago si ritrasse istintivamente, ma lui insistette, non sarebbe scappato per nessun motivo. Si portò in avanti e lo afferrò delicatamente, lui era stanco e molto provato dalla degenza, ma quando sentì il braccio del mano nella sua mano si rese conto di quanto fosse fragile, temette che se avesse stretto la presa lo avrebbe spezzato in pochi secondi. Lo tirò verso di se, la lampada alle spalle di Kurogane illuminò per poco il viso del mago, che chiuse istintivamente l’occhio sano. Aveva il viso pallido come la neve e freddo come essa, l’occhio era segnato da molte venature rosse, non dormiva da molto evidentemente. La bocca era asciutta e riportava alcune ferite sul labbro inferiore. Il kimono chiaro che indossava lo faceva sembrare ancora più piccolo e fragile e per la prima volta, Kurogane, non sapeva cosa fare con lui.

- Io so che non sei Fay in realtà… ma un nome è sempre un nome… comunque io ti chiami rimani sempre tu, per questo non piangere adesso…- Kurogane si rese conto di aver catturato l’attenzione del mago con quelle parole e continuò a parlare, fissandolo continuamente, come per impedirgli di scappare da lui. – Io ho visto il tuo passato, so chi se e chi non sei, ma non ti ho forse sempre detto che a me questo non interessa? …- Lo sguardo del guerriero era estremamente dolce, mai Fay lo aveva visto così e non capiva se si stesse sforzando o gli veniva naturale, ma in fondo in quei giorni in cui aveva dormito non era riuscito a capire poi molto, non riusciva a parlare, ne a bere o a mangiare. Era rimasto chiuso nella piccola stanza che Tomoyo gli aveva dato. La principessa era andata più volte a trovarlo, gli raccontava dei compagni, del fatto che Kurogane non fosse in pericolo di vita, poi gli chiedeva come stava e lui non riusciva a dire nulla. Aveva provato a farlo mangiare, ma quelle poche volte che la principessa riusciva a mettergli in bocca qualche chicco di riso, lui rimetteva tutto dopo pochi minuti. Il pensiero di quel momento fu interrotto dalla voce di Kurogane. Fay sentì la mano del compagno accarezzargli la testa dolcemente, non lo aveva mai fatto se non per picchiarlo. – Nel paese di Outo ti ho detto una cosa importante di me. Ti ho detto che avrei ucciso chiunque avesse minacciato me e le persone che avevo deciso di proteggere… per questo ho ucciso quel re al tuo posto… Certo ho detto anche che ti odiavo perché non tenevi alla tua vita, ma quando ho capito che tenevo a quella vita che tu volevi buttar vita e quando ho capito i motivo per cui lo facevi, mi sono detto che un prezzo come quello che ho pagato per salvarti non era nulla.- Fay alzò lo sguardo verso il compagno incredulo, non riuscendo a credere di sentire quelle parole proprio da colui che credeva la persona più indifferente del mondo intero e proprio dalla stessa che lui voleva tenere lontano in tutti i modi. – Io l’ho fatto perché dentro di me volevo vedere ancora sul tuo stupido viso quel sorriso stupido, perché mi ha dato fastidio quando mi hai chiamato solo Kurogane e perché non sopportavo l’idea di lasciarti da solo. –

- M… ma i… io…- Stava provando a parlare e Kurogane si rese conto che lo sforzo per lui era troppo grande, lo sentì tossire forte e sbiancare di colpo. Stava perdendo i sensi e ricadde in avanti senza forze, lui lo sostenne dolcemente facendogli appoggiare la testa sul suo petto, l’orecchio accanto al suo cuore che batteva regolare come un orologio.

- Da quanto tempo non mangi? -

Fay mosse la mano segnando quattro giorni con le dita e lasciando sbalordito Kurogane, evidentemente quello era il tempo in cui lui aveva inconsciamente dormito. Lo spostò leggermente da se e gli porse il braccio con il polso rivolto in su, era un’offerta, il modo più veloce per farlo tornare in forze. Fay dipendeva dal suo sangue, questo era il patto che aveva stipulato con la strega delle dimensioni per salvarlo nel paese di Tokyo. Fay era una specie di vampiro che poteva bere solo il suo sangue. Il mago iniziò a negare con tutte le sue forze, il suo piccolo occhio stanco cercava di dirgli di non farlo, perché era ancora debole a causa del combattimento, perché la ferita al braccio lo aveva spossato e perché, infondo, sapeva di non meritarselo.

- Non fare il testone, io ti ho salvato la vita o sbaglio? Ora tu ti stai lasciando andare di proposito, vuoi morire per caso? Vuoi sprecare quello che ho fatto fino ad ora per te?- Stava per piangere di nuovo e Kurogane sapeva di non poterlo sopportare ancora, lo schiaffeggiò sulla guancia, non fu un colpo forte, non voleva fargli del male, ma solo svegliarlo da quel torpore. Il colpo si trasformò in una carezza senza che lui se ne rese conto. Non riuscì a rifiutarsi oltre, allungò a fatica le unghie e incise il polso del compagno leggermente. Il sangue iniziò a sgorgare velocemente, Fay si bagnò le dita con il liquido scarlatto e il suo odore lo inebriò per un po’. Poggiò le labbra sulla ferita lambendola con la lingua e poi iniziò a bere. Il viso di Kurogane si fece leggermente rosso, quel gesto lo aveva imbarazzato e lo sforzo di sorreggere non solo la sua vita, ma anche quella del ragazzo era grande e lui ancora stanco. Durò ancora per qualche minuto, di proposito Fay non lo aveva ferito in profondità e presto il sangue smise di uscire. Il viso del giovane riprese colore lentamente e anche l’occhio sano sembrava più vivo. Kurogane si appoggiò senza forze al muro osservando il cambiamento nel viso del mago.

- Come ti senti ora?- Fay non rispose subito, si pulì le labbra con un pezzo di stoffa accanto al futon del compagno, poi si avvicinò a lui, poggiò le mani sul letto del guerriero, che al contrario del suo era forte e robusto, poi avvicinò il viso a quello di lui accennando un sorriso. Infine, con estrema lentezza poggiò le sue labbra su quelle di lui lasciandolo per un attimo senza fiato. Kurogane spalancò gli occhi sorpreso, ma per qualche ragione non si ritrasse. Fay mosse le labbra cercando di schiudere quelle di lui, fino a che il contatto non divenne più forte e intimo. Anche se debole e timida il mago percepì una risposta da lui e si accontentò staccandosi da lui dopo qualche minuto.

- Questo perché?- chiese esterrefatto Kurogane, ma non arrabbiato o inorridito e che altro, solo leggermente stupito perché infondo quel gesto a lui era piaciuto.

- Perché dirti grazie… mi era sembrato poco…- La sua voce era flebile come la fiamma di una candela agli sgoccioli, però quelle parole lo resero felice. Poi Fay lo abbracciò cercando di trattenere le lacrime.

- Perché non dici mai il mio nome?-

Fay si spostò da lui ancora una volta e lo guardò negli occhi, sorrise infine… forse il primo sorriso vero di tutta la sua vita.

- Arigatou Kuro-sama!- Kuro gane gi sorrise e gli chiese di aiutarlo a farlo stendere, si sentiva leggermente stanco e avrebbe voluto riposare ancora un po’. – Kuro-rin… posso rimanere a vegliare su di te mentre dormi?-

La richiesta lo fece ridere e gli rispose che infondo anche lui doveva dormire e riposarsi, altrimenti si sarebbe stancato inutilmente.

- Ma sono giorni che non riesco a dormire, quindi va bene… e poi se chiudo gli occhi non vedo altro che il viso di mio fratello e mi sento tanto male.-

Fay sembrava un bambino, in qualche modo non voleva stare da solo, ma non sapeva come avrebbe reagito se lo avesse chiesto liberamente.

- Se vuoi dormire con me lo devi solo chiedere… altrimenti non se ne fa niente.- Osservò il viso del mago diventare rosso come gli occhi del ninja. La reazione lo fece sorridere e attese la richiesta.

- Kuro-tan… posso rimanere con te stanotte?-

- Basta che mi fai riposare e che non ti vengano strane idee mentre dormi.- Mentre parlava fece spazio nel futon invitandolo a mettersi sotto le coperte. Fay si accoccolò come un bambino tra la spalla del guerriero e il suo petto, si sentiva tanto piccolo in quel momento, e il copro di Kurogane era estremamente caldo, mentre lui tanto freddo. Kurogane gli passò il braccio dietro la schiena arrivando a stringergli la mano tra la sua e portandolo ancora più vicino. Fece arrivare la mano gelata del mago vicino alla sua bocca e vi soffiò sopra per riscaldarla.

- Sei un pezzo di ghiaccio…-

- Mi dispiace… posso rimanere lo stesso?-

Kurogane corrucciò un po’ la fronte, ma alla fine sorrise stringendolo ancora di più per riscaldarlo. – Si puoi, ma non toccarmi con quei piedi freddi.-

Fay rise, il suo viso si era rilassato ed era tornato quello che Kurogane conosceva bene…

- Kuro-pi posso chiederti una cosa?- Kurogane fece un segno positivo con la testa e aspettò la richiesta. – A me spaventa il fatto che domani, quando ci alzeremo tutto sarà come era prima e quello che succederà stanotte sarà una cosa che nessuno dovrà mai sapere… dovrò ancora mentire, ma questa volta sarà diverso perché…-

- Fermò li…- lo interruppe Kurogane, sembrava alquanto irritato da quelle parole, si spostò dal giovane mago di qualche centimetro cercando di capire se quello che stava dicendo fosse solo una presa in giro, ma il viso del mago era serio come mai lo aveva visto. – Ascoltami bene… fino ad ora tu sei quello che ha dovuto mentire… io sono sempre stato così, di giorno o di notte non cambia che io sono Kurogane e tu sei Fay. Non so cosa tu voglia tenere segreto di questa notte, ma io così sono e così sarò domani e per sempre.-

- Vuoi dire che non ti vergogni? Che non ha paura di essere giudicato male per…-

- Dovrei aver paura di essere giudicato perché voglio bene ad una persona… a mio parere l’amore non ha forma… si può voler bene ad un uomo o ad una donna a prescindere da ciò che sono e se è sbagliato voler bene ad un compagno… allora voglio sbagliare.-

Questa volta fu Fay ad essere preso alla sprovvista, Kurogane lo tirò a se e lo baciò di nuovo, facendolo stendere sul futon. Fay pianse di nuovo, ma per quelle lacrime era felice di piangere.

Quella notte sembrava non dover mai passare… finalmente per Fay era arrivato qualcuno che era riuscito a farlo uscire da quella prigione gelida, qualcuno che era riuscito a scaldare quelle piccole mani infreddolite.

Quella notte Kurogane fece una nuova promessa, un desiderio che avrebbe realizzato senza l’aiuto della strega… Promise che avrebbe continuato quella strana avventura, che avrebbe esaudito il desiderio dei suoi compagni e che non li avrebbe lasciati.

- A cosa pensi Kuro-pon?-

- Penso che… finalmente ho trovato una ragione per diventare sempre più forte e tu a cosa pensi invece?-

- Che finalmente ho anche io qualcosa da proteggere. Ho dei legami ora che non voglio che vengano spezzati a causa delle mie bugie.-



“ I legami del corpo non possono essere spezzati, finalmente in questa storia, finalmente qualcuno ha trovato il posto che deve occupare… si sono feriti, hanno mentito, ma non si fermeranno per così poco… perché ci sono cose che neanche un Dio può recidere…”



- Yuuko tu sapevi che sarebbe andata così vero?-

- Hei Mokona… non sta bene spiare gli altri…- La strega nell’ologramma creato dal piccolo manjuu bianco sorrideva, ma la sua espressione non era di felicità. – Io lo sapevo e non lo sapevo allo stesso tempo… era inevitabile che succedesse, come era inevitabile che soffrissero tanto.-

- Ma non è finita qui vero Yuuko?-

- No Mokona, ma chi lo sa cosa ci riserva il futuro…-

Yuuko sparì dagli occhi di Mokona, la piccolina però sapeva che Yuuko aveva mentito… lei sapeva come sarebbe andata a finire, ma forse era giusto anche dare piccoli momenti di felicità ai poveri viaggiatori dimensionali per fino a quel momento avevano solo sofferto.

Quella sera Mokona dormì da sola…

 
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risuka_soubi
view post Posted on 6/1/2009, 21:02




sono bellissime!!!!!! scrivi davvero bene iriya!!! un bacio!
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 11:04




ti rigrnazio tanto e soprattutto ben tornata!
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 17:10




grazie^^

sono veramente molo belle queste one shot...anche se vorrei sapere perchè fay ha due nomi...
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 17:25




non lo sai?

fay in realà non si chiama fay ma yuui... fay è il nome di suo fratello gemello morto quando erano piccoli.
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 17:55




non lo sapevo, me ignorante! raconta, racconta!
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 18:08




la storia è lunga e difficile

il fay che conosciam si ciama yuui quindi io chiamerò lui così pernon confonderci

quando nacquerò fay e yuui vennero rinchiusi in una torre per via di una leggenda che diceva che i gemelli avrebbero portato sfrotuna al paese, yuui venne chiuso in cima alla torre mentre fay ai piedi... i due cercavano di ricongiungersi, ma era impossibile, fino a quando il cortile in cui di trovava fay non iniziò a riempirsi di cadaveri che il re di qul mondo gettava li (il re non ci stva con la testa)allora fay iniziò ad arrampicarsi sui cadavri per raggiungere yuui... quando ad un tratto sbuca basettoni (fei wong reed) e fa ad entrambi una proposta... salvare se stessi o il fratello...siccome fay risponde lla domanda prima di yuui dicedo di savare il fratello, fei wang libera yuui e fay cade giù dla torre e muore.
yuui poi viene portato nel regno di celes da ashura e prende il nome di fay in ricordo del fratello, dandosi la colpa della morte di quest'ultimo perchè lui alla proposta di fei wang per un attimo è titubante... inoltre per qul motivo yuu porta con se due maledizioni
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 18:17




..quali maledizioni?

scusa se i rompo ma mi affascinano quei due( kuro e yuui)
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 18:26




scusa tu se ti scrivo tutto in soldoni e oltretutto sbaglio un sacco di parole, ma il mio pc oggi non vuole collaborare...

le maledizioni sono:
uccidere chiunque abbia un potere magico superiore al suo (per questo motivo yuuko non si presenta mai realmente davanti a fay altrimenti lui dovrebbe attaccarla e anche per questo, dopo che il clone di shaoran gli ruba l'occhio, lui attacca sakura che è diventata più forte di lui)
la seconda non l'ho capita manco io, cmq prevede la morte di fay se utilizza i suoi poteri o una cosa simile, ma per colpa di questa maledizione kuro perde il braccio
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 18:28




grazie mille sei stata chiarissima, come al solito!
spero che tra loro finisca tuto been...e eche le clamp non ci mettano del loro!!

ps: sto scaricando con i link diretti ANTIQUE BAKERY!!! finalmente riuscirò a vederlo per bene!
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 18:31




bene bene... se vuoi più chiarimenti su fayyuui ti consiglio questo sito the dreamers io sono stata troppo lapidaria
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 18:33




non è vero!

cmq grazie per il sito ci darò un'occhiata **
 
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Iriya86
view post Posted on 7/1/2009, 18:35




io ci leggo i riassunti del manga, cosa che mi permette di rispariare i soldi per andarlo a comprare...
 
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risuka_soubi
view post Posted on 7/1/2009, 18:54




farò anch'io così, allora, visto che non poso spendere altri soldi^^
 
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13 replies since 15/12/2008, 16:27   248 views
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