| Si era lasciato portare davvero come se fosse un pacco. Si lasciò aiutare a scendere, ascoltando il racconto di Fuuma. Era quasi allucinante cercare di immaginarsi lui, Kigai e soprattutto Suwa, più piccoli. O meglio, aveva del demenziale. Sto cercando di non immaginarmi Suwa-senpai da bambino, alto come ora., avvisò, quasi ci volesse un certo sforzo per questo. Sentì poi sia la domanda, sia il bofonchiare: Beh sì, se non faccio lo scivolo sull'erba dovrei..., cominciò, interrompendosi quando sentì squillare il telefonino, o meglio, vibrare in tasca. Subaru. Niichan, prima che..., iniziò, rispondendo ma fu interrotto dalla chiara voce di Subaru, preoccupato in stile mamma apprensiva. -Si può sapere che aspettavi ad avvisarmi che ti sei fatto male? Va tutto bene? Sei ancora in ospedale? Che hanno detto? E poi...?- Niichan, sto bene., lo bloccò, calcando sulle ultime due parole, un sorriso divertito al panico del fratello. Sono con Fuuma, torno più tardi, tu mangia., asserì, ascoltando la risposta con qualche assenso prima di chiudere la comunicazione. Tornò su Fuuma, come se nulla fosse, in attesa.
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