Casa Shiro, ovviamente disseminata di trappole u.u

Si era perso mentalmente per altri lidi, mentre ripercorreva meccanicamente la strada dal supermarket a casa. Sembrava dare per scontato che Fuuma fosse dietro - o affianco - e che lo stesse seguendo. Insomma, era un atleta, lo teneva il suo passo, no?
Individuò casa, davvero non troppo distante da quel supermarket, che camminavano da nemmeno cinque minuti.
Gettò un'occhiata di sbieco a Monou, tornando però quasi subito a guardare di fronte a sé. Fu allora che adocchiò lui. Hide. Il cane - lo stramaledetto cane, per essere precisi - dei vicini.
Era in quel quartiere da sì e no due settimane e quei pochi incontri che aveva avuto con quella bestia erano andati male, in un modo o nell'altro. Neanche a dirlo, il cane ringhiò e lui sbuffò.
Kojiro-san, chiamò. Di solito il padrone di Hide era da quelle parti.
Lo sperava.
Per Hide, ovviamente.

-Mh...?- Fuuma alzò la testa dalle scarpe (che in quegli istanti sembrarono la cosa più interessante al mondo per il bel Monou...) appena udì la voce dell'altro chiamare un tale "Kojiro".
-Chi è?- Chiese un po' troppo invadente, gettando un'occhiata stizzita al cane, che appena incrociò quegli occhi d'oro, tinti di una frustrazione che mai si erano visti negli occhi di Fuuma, indietreggiò di un poco, ringhiando più forte.

Il tono di quel "chi è" lo lasciò vagamente perplesso, ma si diede comunque la pena di rispondere, indicando con un cenno del capo Hide.
Il padrone della belva., ironizzò. Fissò il cane, sentendolo ringhiare più forte dopo lo scambio di occhiatacce - ma un cane lanciava occhiatacce, poi? - con Monou.
Poggiò il sacchetto che aveva ai piedi dell'altro, muovendo un passo di fronte ad Hide. Non amava farsi mordere dai cani, né tantomeno era masochista, ma il cane puntava Monou che, in un modo o nell'altro, era comunque attualmente suo ospite.
...Sì, diciamo che come motivazione poteva anche reggere.
E figurarsi se il cane non scattava in avanti e tentava di mordere, il bastardo!
Alzò un braccio, parando il morso ed evitandosi che quei canini entrassero a far parte di lui deifinitivamente. Se non altro, ormai conviveva da due settimane con quegli agguati.
Kojiro-san o si riprende il cane o glielo cucino per cena!, sbraitò, vedendo poi il povero Kojiro-san - ometto anonimo di mezza età - che veniva a riprendersi l'animale.

Gli occhi di Fuuma si spalancarono appena, quando videro i canini del cane coficcarsi nel braccio di Kamui.
L'animale indietreggiò un attimo, mentre lo stesso padrone, appena comparso, parve spaventarsi di colpo... Hide, indietreggiò, prima di balzare su Monou, il quale lasciò andare rapidamente la borsa della spesa e con guizzo felino, afferrò saldamente il muso della bestia, serrandoglielo.
Il cane, a penzoloni e stretto dolorosamente per la mascella da Fuuma lo osservò impaurito... -Non ci provare mai più.- Gli ringhiò contro il moro, con il suo stesso tono.
Il cane guaì e quando Monou lo riposò a terra corse dietro il proprio padrone leggermente shockato. Fuuma si pulì gli abiti con nonchalance, prima di voltarsi verso Shiro. (Nel frattempo il signor Kojiro s'era visto bene dal nascondersi in casa, terrorizzato dal comportamento del ragazzo.)
Osservò Kamui, sentendosi un po' in colpa per quello ch'era successo... -Ti sei fatto male, per colpa mia...- Bisbigliò, prendendolo per il polso e osservando i segni sul braccio. Senza troppo prevviso portò la parte lesa alle labra, baciandola con delicatezza, tornando poi ad osservare Kamui negli occhi. -Scusa se non ho avuto i riflessi pronti, ero sovrapensiero.- Mormorò ancora, abbracciandolo leggermente. E dire che quelle cose gli venivano così naturali...! Ora, non gli restava che attendere il cazzotto che si sarebbe scontrato con la sua mascella...

Si seguì la scena, non troppo perplesso in fondo, l'odio per quel sacco di pulci ormai assodato per il resto della sua permanenza - o di quella dell'animale - in quel quartiere.
Vide Monou voltarsi verso di lui, limitandosi ad osservarlo di rimando, sentendo poi il bisbiglio.
Non è..., stava per dire "non è colpa tua", quando si sentì baciare la parte del braccio morsa da Hide.
No.
No, aspetta: Monou non lo stava baciando sul braccio. No, era la sua immaginazione. Ok, e allora perché stava andando letteralmente a fuoco?
...E perché quel pezzo di deficiente lo abbracciava?!
Ma qui la cosa grave era perché ancora non lo aveva allontanato a calci.
Abbassò lo sguardo, lasciando che venisse coperto dalla frangia: piantala di scusarti quando non c'entri niente., borbottò, in imbarazzo.
<niichan, bentornato! Hai di nuovo fatto a botte con Hide?> sentì chiedere alla voce che era senza dubbio quella di Subaru, notandolo affacciato al balcone della stanza.
<vengo ad aprirti?>
No. No, niichan... resto fuori. Entro fra un po'., replicò, mentre Subaru sorrideva tutto tranquillo.
<allora invita il tuo amico a cena!> concluse, accennando un lieve inchino del capo verso Fuuma e rientrando.
Lui tacque, lo sguardo insistentemente altrove. E niente pugni.

-Mh...?- Fuuma alzò lo sguardo verso la finestra, notando un ragazzino affacciato. -Salve!- Urlò, sventolando la mano. -Io sono Fuuma Monou, piacere di conoscerti!- Urlò ancora, sorridendo, prima di voltarsi verso Kamui. -Posso considerare valido quell'invito o è meglio ch'io alzi i tacchi e me ne vada...?- Domandò, ridacchiando appena.

Lasciò che Fuuma - Monou, Monou... non "Fuuma"! - si sbracciasse verso suo fratello, presentandosi e sentendo la sua domanda.
Rimase in silenzio diversi istanti, prima di rispondere senza guardarlo, gli occhi ametista che trovavano estremamente interessante l'angolazione del cancelletto d'ingresso.
Sei invitato, quindi è una domanda inutile., replicò semplicemente.
Mosse qualche passo, la mano che andava in tasca a prendere le chiavi. Prima di infilarle nella toppa, voltò il capo verso Fuuma: Fai il cascamorto con il mio niichan e te lo giuro, Monou, avverrà un omicidio in casa mia entro stasera., sibilò.
Poteva pure essere stato gentile e aver fatto quelle... quei gesti che ancora non aveva capito, ma Subaru non si toccava. Fine.
Girò la chiave nella toppa, aprendo la porta.
Accomodati., mugugnò.
Ooooh, Kamui era anche ospitale se s'impegnava!

-Grazie.- Bisbigliò suadente, entrando. -Ma comunque...- Cominciò, sospirando appena. -Non devi preoccuparti che io faccia il cascamorto con tuo fratello.- Replicò pacato. -Se fossi in te, mi preoccuperei più per me stesso.- Scherzò, portando le braccia dietro la nuca.

Incredibile ma vero, non si era scomposto più di tanto - ok, gli salito un brivido leggero al bisbiglio, ma insomma... - alle parole di Monou.
Al contrario, sorpassatolo nell'entrare in casa, voltò la testa per osservarlo da sopra la spalla.
Lo fissò, più o meno apatico come suo solito: come se tu ce l'avessi, il motivo di fare il cascamorto con me., replicò senza la minima incertezza.
Le cose erano due: o era cieco, o era ingenuo. In entrambi i casi, era tragica.

-Sappi che di motivi ne ho ben due...- Mormorò, facendoglisi più vicino. -Per il primo non scenderò nei particolari, ma credo che tu sappia bene a quali problemi debba andare incontro un giovane e avvenente ragazzo in piena pubertà!- Scherzò, attendendo una qualunque reazione. -Ma sappi che non sono quel genere di persona che ha per la testa solo 'certe cose'.- Soffiò vicino al suo orecchio.
-Il secondo motivo... Bhe, penso tu conosca anche questo dopo quello che ti ho detto fuori dalla biblioteca l'altro giorno, no?- Sorrise.
-E ora... non credi sia il caso di mostrarmi la casa e farmi conoscere tuo fratello?- Gli chiese.

Già alla prima "spiegazione", si era pentito di averlo fatto entrare dentro casa. Non gli rispose, tuttavia, ascoltando il resto.
E se anche se ne era abbastanza fregato di come aveva esordito, il fatto della biblioteca e quel "mi piaci" lo fecero arrossire.
Fottiti, Monou., borbottò in quello che, purtroppo per lui, era un imbarazzo abbastanza palese - almeno per i suoi standard.
Ne osservò il sorriso, tacendo per qualche istante.
Cretino...
Mh., disse solo, mentre Subaru appariva sulle scale, andandogli incontro. Sorrise verso Fuuma.
< Ciao, piacere di conoscerti, Monou-senpai. Grazie di aver aiutato il niichan con la spesa.> disse, un lieve inchino verso di lui, il sorriso gentile sul viso.
<io mi chiamo Subaru. Spero che anche il niichan abbia ringraziato.> concluse, come se fosse una cosa ovvia che Kamui ringraziava.
Il moretto, per tutta risposta, si limitò ad un: vado a cucinare, sparendo oltre la porta della cucina.

-Di niente...- Fece lui, leggermente imbarazzato, grattandosi la nuca.
-Sì, Kamui è una persona sorprendentemente educata.- E vide di calcare sull'ultima parola, squadrando appena il bel Shiro.
Il sorriso sul volto di Fuuma si rinnovò, quando lo vide congendarsi.
-Comunque, Kamuichan...- Fece con tono basso, mentre Subaru lo osservava perplesso. -Per quella prima cosa che mi hai detto poco fa.- E l'increspatura delle sue labbra si allargò. -Già lo faccio.- Scherzò già ridendo sotto i baffi...

Subaru mantenne il sorriso gentile, annuendo verso il fratello che tentava la fuga in cucina.
Kamui, da parte sua, alle parole di Fuuma osservò veloce la tavola della cucina, afferrando la prima cosa - peccato fosse solo uno straccio mezzo bagnato - e glielo tirò in piena faccia.
Pezzo di deficiente!, sbraitò, sbattendo la porta alle proprie spalle.
Neanche due secondi e la riaprì: Se entri non torni a casa, Monou., sibilò, richiudendo definitivamente.
Subaru sorrise divertito, una lieve risata, osservando Fuuma: <complimenti, Monou-senpai. Il niichan non parla mai così tanto con le persone.> ammise. Gli indicò il salotto.
<vuoi accomodarti?> propose, cortese.

-Davvero...?- Domandò Fuuma, non volendo pensare, allora, cosa capitasse alle persone che stavano "antipatiche" a Kamui... Non seppe se ridere o piangere.
-Grazie.- Fece rivolgendosi a Subaru, mentre sedeva su una delle poltrone del salotto, guardandosi in giro...

Annuì, prendendo posto a sua volta di fronte a Fuuma.
<davvero.>, confermò, lo sguardo gentile rivolto alla porta dietro la quale era sparito il gemello.
<il niichan può sembrare scorbutico, ma è gentile.> spiegò, e non avrebbe potuto biasimare Fuuma se non gli avesse creduto: <ci mette solo molto più degli altri. Ma noto che con te è già parecchio avanti, perciò grazie di essergli amico, Monou-senpai.> concluse.
Intanto dalla cucina non c'era nessun rumore particolare.