Al supermercato!, Quello che si chiama "un incontro casuale"...

Entrò nel supermarket, grattandosi la testa con fare stizzito... Era mai possibile che quello scansafatiche di suo padre non muovesse mai un muscolo? "Ah, guarda, ho lavorato così tanto che non riesco più a muovermi!" Tzè! Tutte scuse...! E uguale Seishiro! Lui che aveva addirittura macchina e patente...! Almeno un passaggio avrebbe potuto darglielo, no?! No! si era dovuto fare mezzo kilometro a piedi!!
-'Giorno.- Salutò la commessa all'entrata, prima di soffermarsi davanti al vetro del banco surgelati, rimirando la propria immagine riflessa potendo constatare di essere perfetto come al solito: jeans bianchi fasciavano la sue gambe scolpite, mentre una cintura di pelle con un enorme fibia di metallo risaltava appena sotto l'aderente canottiera nera.
Sul naso gli occhiali da vista, mentre una tracolla bianca faceva sfoggio adagiata sulla sua schiena.
-Dunque, dunque...- Mormorò, squadrando il bigliettino della spesa.

Al contrario di quanto chiunque avrebbe pensato, a lui fare la spesa non dispiaceva. Anche perché far mettere a qualcun'altro le mani in cucina gli venivano i brividi.
Stava poggiato al carrello, indossando jeans scuri molto semplici e una maglia a maniche corte, nera, decisamente anonima. Scarpe da tennis e l'aria di uno che poteva fare la spesa anche ad occhi chiusi.
Avanzò spingendo appena il carrello dopo aver messo un pacco di biscotti al loro posto, senza stare troppo a guardare se c'era qualcuno.
Poco prima, alzando lo sguardo, il corridoio era deserto... perché controllare di nuovo?

-Ahio!- Qualcosa urtò la sua anca provocandogli un dolore lancinante alla gamba. -Chi diavolo è che gira per il supermercato senza guard...- Ma Fuuma si fermò, appena razionalizzò chi si trovava davanti. Quello era Kamui. E stava facendo la spesa!
Si massaggiò il fianco dolorante, prima di osservarlo e abbozzare un sorriso ancora coperto dalla leggera smorfia, spostò appena il carrello da se, reggendo il cestino nell'altra mano. -Ciao Kamuichan.- Lo salutò, sorridendogli pacato. -Anche tu a far la spesa?

Quando sentì quel "ahio", complice il fatto che non aveva riconosciuto il padrone della voce, chinò appena il capo, senza stare a pensarci più tanto, in automatico.
Dopotutto, era lui dalla parte del torto: Mi scusi., disse quindi, semplicemente, e avrebbe tirato dritto se quel nomignolo non lo avesse fatto fermare.
Alzò lo sguardo, riconoscendo Fuuma solo in quel momento.
Ciao Monou., si limitò a dire, incredibile ma vero, senza ringhiare e senza qualche insulto aggiuntivo. Che stesse facendo la spesa, gli sembrava abbastanza ovvio.

-Allora evidentemente non sono l'unico ad essere bistrattato da un padre scansafatiche...- E seguì una serie di improperi non meglio identificati. -E un fratello fancazzista!- Sospirò, prima che le sue labbra si piegassero in un sorriso. -Ti dispiace se ti faccio compagnia...? Fare la spesa da sola è qualcosa di quasi avvilente, sig!- Scherzò, rivolgendosi a Kamui.

Lo osservò, ascoltando la serie di parole - e sì, avrebbe sottolineato a vita il fatto che fosse logorroico - che sputò fuori.
Io ci vengo di mia spontanea volontà., chiarì solamente, senza stare a raccontargli i fatti suoi - tipo che era un fissato della cucina e che per quanto amasse suo fratello sopra ogni cosa, Subaru e i fornelli dovevano stare ben lontani tra loro.
Sull'altra domanda indugiò, diversi istanti. D'altra parte, oggi Monou non sembrava tanto idiota (per i suoi standard) né altro.
Mosse il carrello lateralmente prima di avanzare: Come ti pare., si limitò a rispondere.

-Mh...- Si limitò Fuuma, seguendolo osservando gli scaffali. -Io a dire il vero avrei praticamente finito.- Mormorò, posando un filone di pane nel proprio cestino. -Posso darti una mano?- Chiese...

Lo osservò, alle sue parole, guardingo forse. Da dov'è che usciva fuori tutta quella gentilezza, di grazia?
Mise su il broncio senza neanche accorgersene: devo prendere delle verdure. Non importa quali, scegli tu., borbottò.
Non gli piaceva quella situazione.
Era meglio il Monou psicolabile, almeno quello non lo faceva sentire inspiegabilmente a disagio.

-Ti vedo un pochino teso...- Biascicò afferrando due cipolle, un sedano e tre lattughine, prima di chiuderle in un sacchetto. -In un certo senso, non sembri neanche tu.- Scherzò appena, grattandosi la nuca. -Anche se non so se posso permettermi un simile commento, visto che ci conosciamo da relativamente poco...- Ammise, dopo qualche secondo di riflessione. E mentre parlava infilava altre due o tre carote e qualche pomodoro. -Sto zitto che forse è meglio.- Bisbigliò, sorridendo suadente nella sua direzione... Diciamo che gli veniva naturale sfoggiare un simile sorriso! Ormai era così per forza d'abitudine...

Lo fissò, mentre sceglieva - a casaccio? In maniera accorta? Bah, era indifferente - le verdure e le metteva nel sacchetto.
Infatti, non sai nemmeno come sono, quindi non puoi permettertelo., ribattè.
Solo Subaru sapeva com'era ogni sacrosanto istante in cui respirava. Monou no. Dunque, non poteva permetterselo.
Colpa tua che da matto diventi gentile., borbottò, fissandolo di sottecchi. Così come all'altro veniva normale sorridere a quel modo - a proposito, se la piantava gli avrebbe fatto un grosso favore! - a lui veniva naturale rispondere male. Sempre.
Se vuoi stare zitto fai pure, io non sono logorroico, sappilo., quasi lo ammonì.
Per la serie: se tu non parli, non aspettarti che sarò io a movimentare l'incontro.

-Mh...- Fuuma passò sopra tutto quello che aveva detto Kamui (e non si erano neanche accorti di essere arrivati alla cassa...), fermandosi a riflettere sulle ultime parole. -Stai insinuando che io sia una persona logorroica?- Fece, pagando la cassiera e imbustando la propria spesa... Essendo relativamente piccola, ovviò al problema della busta, infilando il tutto nella tracolla, mentre aiutava Kamui a mettere la roba dal carrello sul nastro.
-Io non sono logorroico...- Fece dopo un po'. -Solo, ho tante cose da dire e poche persone che mi capiscano!- Scherzò. -Nonostante la gente mi ronzi intorno in continuazione...-

Al suo "stai insinuando...?" lo osservò come se la domanda avesse una risposta tanto ovvia che dirla a voce era sprecare fiato.
Non insinuo. Lo sei., disse semplicemente, senza farsi alcuna sorta di problema, posando intanto le cose sul nastro. Passò oltre Fuuma, alle sue spalle, per stare di fronte alla cassiera. Pagò il tutto, per poi andare a fine cassa, dopo aver ascoltato le parole dell'altro, e imbustare il tutto.
Per uno come me, sei logorroico e basta., concluse.
Forse gli aveva dato una possibilità con quel "per uno come me", o forse no.
Un cenno con il capo alla cassiera, prima di prendersi le due buste, una per mano, segno che aveva finito con la spesa.

Fuuma uscì dal negozio, reggendo una delle due buste di Kamui, lo osservò, mentre era ancora voltato di schiena... Lui però non parlava e quando si voltò, Monou lo fissò con uno sguardo strano.
Come quello di chi si vuole far perdonare qualcosa. Sospirò appena, malcelando un certo dispiacere. -Preferisci che io stia un po' più zitto, quando sono con te...?- Chiese con un'innocenza innaturale per uno come lui. Abbassò, appena lo sguardo, ma lo rialzò dopo poco.
-Dai, ti aiuto a portarle a casa.- Fece, affiancandolo, abbozzando un sorriso lieve.

Poteva pestarlo per quella domanda, vero? Vero?!
Sospirò, come una persona stanca, affiancandolo. Lo fissò con la coda dell'occhio, non tanto per non farsi notare, quanto per... motivi suoi.
Sei decisamente stupido. Non mi sembra di avertelo chiesto., rispose, brusco forse.
Ma lui non era tipo da stare lì a sorriderti tutto carino e coccoloso e dirti "ma no, mi piaci così come sei".
Bene inteso.
Non che gli piacesse Monou.
Annuì alla sua offerta, più meccanicamente che volontariamente: Rifai quello sguardo da "sentiti in colpa, mi hai ferito" e ti giuro che il pugno di qualche giorno fa sarà una carezza in confronto al resto., sibilò.
E che cavolo, pure farlo sentire in colpa, doveva?!

-Come vuoi...- Gli rispose, con aria apatica, portandosi la borsa della spesa sopra la spalla e sorpassandolo. Fuuma si era offeso.
Fuuma Monou, in una delle sue poche volte nella vita, si era offeso... Quale sacrilegio aveva commesso Kamui?! Sbuffò leggermente, quando raggiunse il limite del marciapiede. -Da che parte...?- Chiese continuando a dargli le spalle.