Tutti pronti? Si va in Americaaaa!, Mako: "Ho paura degli aereiiii ç__ç!"

Lo guardò, curioso, dimentico quasi del tutto di quella nausea di prima.
Una sorpresa? Di Noah? E cosa poteva essere?
Aspettò pazientemente che il check-in (quello era il check-in, giusto?) terminasse, finchè non si spostarono per aspettare l'aereo.
E cos'è?, se ne uscì all'improvviso, appendendosi al suo braccio, come se non fosse passato che qualche secondo dalla risposta di Noah.

Si imbronciò, curioso da morire, restando attaccato alui come se fosse un'ancora di salvezza. Non gli lasciò la mano nemmeno per un secondo.
Seguì il suo sguardo sui biglietti e poi lo alzò sul viso del biondo, sempre più incuriosito.
Awww., scalpitò coi piedi. Perchè è un bene?, domandò, sgranando gli occhi, sempre più "cucciolo abbandonato style".

E sì, per un attimo alla prima frase l'aveva guardato in un misto di meravigliato, felice, sorpreso, emozionato, la bocca semi aperta, senza parole.
...alla frase dopo era semplicemente sprofondato nell'imbarazzo, il viso di un rosso improponibile. Per nascondersi affondò la faccia nel petto dell'altro.
Aiutoooo..., si lamentò, lasciando sfumare la voce.
Dodici ore così... Qualcuno lo salviii! XD

Sospirò, affranto. Quelle le posso sopportare. Al massimo metterò l'ovatta nelle orecchie., ipotizzò, l'aria seria o quantomeno tranquilla, anche quando se ne usciva con assurdità come quelle.
Almeno ci sei tu..., aggiunse poi, neanche Noah fosse l'unica cosa che contava. Cosa che, a tutti gli effetti, era.
Gli occhi studiavano tutto, evitando l'enorme coso - alias, l'aereo - verso cui si stavano dirigendo. Quando non potè proprio evitarselo, puntò gli occhi sui propri piedi, lasciandosi guidare da Noah per non sbattere dappertutto.

Sorrise neanche Noah gli avesse offerto la chiave per il paradiso.
Beh, allora è perfetto. E poi, anche se ci fossero le battutine, la maggior parte non le capirei, quindi..., lasciò in sospeso, ridendo appena. Noah gli aveva impartito severe lezioni d'inglese e ora se la cavava, ma finchè erano in Giappone preferiva decisamente la propria lingua madre, e confrontarsi con la lingua straniera solo ed esclusivamente in America @_@
Dato che l'altro si ricordava i posti lasciò che fosse lui a guidarlo. Sembrava una replica al contrario di quel giorno al centro commerciale, quando in effetti avevano deciso di fare quel viaggio. Strinse appena la presa, al pensiero, lo sguardo sulla spalla del biondo.

Rabbrividì, però sorrideva, divertito. Non farò un viaggio in aereo per farmi uccidere da te., gli fece una linguaccia, a quella risposta.
Alla frase successiva adocchiò il posto - ai suoi occhi sembrava nè più nè meno una sedia elettrica pronta a ucciderlo - ma sgusciò tra Noah e il sedile, arrivandovi. Tremo al pensiero di scoprire cosa sarà..., borbottò, però sorrideva, la curiosità aveva la meglio sulla paura, al momento.

Preferì non commentare, anche perchè era vero e parlarne non aiutava a dimenticare la cosa.
Si sistemò cercando disperatamente di sentirsi a proprio agio, ma la preoccupazione volò via insieme al suo stomaco quando notò il pacco regalo. Lo prese in una sorta di trance, alternando lo sguardo sorpreso dal regalo a Noah.
Ma... ma..., farfugliò. Non l'aveva neanche aperto, che si sporse verso di lui in un impeto di affetto, baciandogli una guancia.
A-arigatou., balbettò sottovoce, guardando il regalo.
Iniziò ad aprire il pacchetto e, una volta riuscito a districarsi fra carta e nastro, ne uscì fuori... il maglione. Quello che avevano scelto insieme al centro e... osservò Noah, notando che ce l'aveva indosso.
Se lo strinse al petto. Aww..., mormorò, socchiudendo gli occhi.