| Si prese in pieno lo schiaffo, che gli fece voltare la testa di lato, oltre che arrossargli visibilmente la guancia. Se ne stava zitto, ascoltando: sapeva di essere un bambino, sapeva di non ragionare come uno della sua età avrebbe dovuto fare. E allora? Qual'era il problema?! Voltò lo sguardo, vedendo la cicatrice e scostandolo quasi subito. Tacque anche diversi istanti dopo che lui ebbe finito. Bene, ed ora? Sei contento? Adesso io dovrei sentirmi in colpa, ripensare ai miei comportamenti sbagliati e scusarmi. Con te, con Arisugawa che tratto poco diversamente da te e con tutti quelli con cui anche solo una volta ho detto qualcosa che non andava detta. E' così che farebbe un bravo bambino, o una persona matura., ribatté, lo sguardo ancora celato in parte dall frangia, in parte dall'angolazione del viso. Lo alzò, impercettibilmente, fino a portarlo su Fuuma, evitandone però lo sguardo. Io non ho mai detto di volere la fiducia degli altri. Né il loro rispetto. Io, se vogliamo sottolinearlo, non ho bisogno di nessuna delle due cose. Io voglio soltanto proteggere mio fratello, a costo anche di sembrare un moccioso infantile ed egoista, anche se Subaru arrivasse ad odiarmi, a me non interessa., sibilò, il tono incerto, cosa che non era da Kamui. O forse sì, una volta lo era. Puntò lo sguardo su Fuuma, un misto di troppe cose per definirle: Io dagli altri, da te, non voglio niente. Non so ripagarlo, non so proteggerlo, non so nemmeno tenermelo stretto, Kami-sama!, alzò la voce a sua volta. Abbassò lo sguardo, di nuovo, quasi gli servisse quello per riflettere. E comunque... non stavo infierendo volontariamente..., mormorò.
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