L'attico...

...perchè mi è sembrato l'unico modo per cominciare un rapporto con te.
Disse franco sorridente...
Tutto si aspettava fuorché quella domanda...ma nel complesso era carina...spontanea...dolce...
E tu perchè...perchè hai risposto...?

Un rapporto con lui?
Beh, quello lo confondeva persino più del bacio in sé.
Sentì la domanda e ci pensò su; arrossì, distogliendo lo sguardo, in imbarazzo: credo sia stato... istintivo., ammise, senza riuscire a mentire, o a trovare una scusa.

Niente balle...
Sorrise baciandolo di nuovo...e di nuovo...e di nuovo...
Lo guardò negli occhi...
Cosa provi in questo momento..?

Si sentì baciare di nuovo, più volte.
E la domanda: ma cos'era, si divertiva?
Imbarazzo e non capisco se si sta divertendo o cosa, sensei., ammise, fissandolo, dandogli ancora del lei.
Non era proprio risentito, ma se quella era una presa in giro, lo sarebbe diventato.

Solo imbarazzo...? io piuttosto sento provenire da te una forte eccitazione.
Disse sorridente...
Ti prego.. rispondi ancora ai miei baci...
Gli sfiorò il viso, portando l'indice alle labbra...
Ho fame di te...

Arrossì di più a quell'affermazione: io non mi sto affatto eccitando!, ribatté, assumendo il broncio tipico di un bambino.
Lo fissò, alle frase seguenti: e perché dovrebbe averne, fuori ce ne sono di ragazzi migliori di uno che somiglia ad un disegno!, sbottò.

Adesso stai facendo i capricci...ciò significa che sei attratto da me...
sorrise ancora...
quel ragazzo era adorabile...
Ragazzi migliori di uno che assomiglia ad un disegno? Si...ovvio che ce ne sono... ma secondo te...perchè ho disegnato proprio un ragazzo...che ti è così simile...
Lo baciò sul collo...
Ti è venuto in mente...che forse...è la persona che sto cercando...da tutta una vita...?!Dal collo passò al torace...

Ma come ci si era ritrovato in quella situazione?
Non sono attratto da nessuno!, ribatté, ostinato.
Ascoltò il resto, senza capire - e senza nemmeno impegnarsi a farlo, a dirla tutta - sentendolo scendere al collo.
Punto critico, decisamente: si lasciò suggire un gemito, per quanto lieve.
Non rispose alla sua domanda.

Quel gemito proprio, non poteva farselo scappare.
Andò nuovamente a torturare il collo.. riempiendolo di baci... di dolci morsi...di delicate carezze...
Oramai fremeva... sentiva le membra scosse da un fuoco sottile...
Il tatto delle sue mani era delicato...ma audace allo stesso tempo...

Gli sfuggiro altri gemiti, a quella sorta di tortura che l'altro stava attuando al suo collo.
Avrebbe voluto trattenerli, ma non aveva l'esperienza per riuscire in una cosa simile.
L'altro sembrava sapere esattamente dove andare a parare.
S-sensei...?, chiamò, il perché nemmeno lo sapeva, poi.
Istinto, probabilmente.

Alzò solamente il viso fermando di colpo quel gioco di follia.
Cosa...
Chiese tranquillo, mentre le mani si rialzavano e andavano al suo viso..
parlami ancora...

Forse era una pessima domanda da fare, in momenti come quello, ma gli venne automatico.
Quanti ti hanno fatto da modello, sensei?, chiese.
Il che equivaleva ad un implicito: fanno tutti questa fine sul divano?

Sorrise...
Mi stai domandando se tratto tutti i ragazzi che invito a casa mia allo stesso modo?
Si morse un labbro.
Audace.
Si alzò da sopra il ragazzo arrivando alla cucina e versandosi in una tazza del caffè bollente.
Sei il primo. E sarai l'ultimo. Se questo può bastarti...

Lo notò mordersi un labbro, prima di quel commento. Non lo fermò quando si alzò per andare in cucina. Per un attimo, si sentì in colpa.
A pensarci a sangue freddo, era anche un'offesa, forse.
Sentì la sua frase, e lo osservò: Perché io? chiese e sì, avrebbe continuato a chiederlo fino a che non avrebbe ottenuto una risposta degna di quel nome.
Abbassò lo sguardo, come un bambino che ha fatto un torto ad un adulto.
Scusa per quella domanda, sensei... non volevo offenderti., ammise, l'aria colpevole.

Perchè sei diverso, da tutta questa branca di persone, che girano in questa città priva di senso e d'anima.
Perchè sei una persona che io ritengo unica, solamente per come riesci a guardare, e ad eccitare l'altro.
Poggiò la tazza del caffè in totale silenzio.
Alzò gli occhi su quelli del ragazzo e sorrise.
Nessun'offesa. Solo un chiarimento. Se la mia risposta è stata soddisfacente, ti prego di perdonarmi. Non ricapiterà più. Ti ho fatto un affronto, accetta le mie scuse...